sabato 5 novembre 2016

Harry Potter e l'Ordine della Fenice

Autrice: J.K. Rowling
Titolo originale: Harry Potter and the Order of the Phoenix
Volume: 5 di 7
Lingua: italiano
Genere: fantasy
Prima pubblicazione: ottobre 2003

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Harry Potter e l'Ordine della Fenice è il quinto volume della serie creata da J.K. Rowling sulle (dis)avventure del maghetto Harry e dei suoi amici.
Come sempre, lo stile è molto scorrevole e mi ha tenuto incollata alle pagine, nonostante questo sia, secondo me, il libro più ansiogeno e cupo che la scrittrice abbia dedicato ai tre studenti di Hogwarts e al loro mondo.

La storia si apre, come di consueto, a Privet Drive, in cui un annoiato quanto arrabbiato Harry Potter sta passando l'estate a casa dei poco amorevoli zii Vernon e Petunia e del viziato ed insopportabile cugino Dudley. Il ragazzo si sente abbandonato dagli amici e da Silente, rei di averlo lasciato per settimane all'oscuro di quanto sta davvero accadendo nel mondo invisibile ai babbani. Il clima è così soffocante e spiacevole che risulta commovente la scena in cui una "squadra" composta, tra gli altri, da Malocchio Moody e dalla "new entry" Ninfadora Tonks, arriva per portare via Harry, facendolo sentire di nuovo ben accetto, amato e protetto.


La scena si sposta quindi in una nuova location, la casa di Sirius Black al numero 12 di Grimmauld Place. Le descrizioni sono sempre bellissime ed evocative, basti solo pensare al quadro urlante della signora Black o ai ninnoli ritrovati in giro per casa.
Anche qui, però, l'atmosfera è tutt'altro che serena, tra gli screzi tra i membri dell'ordine della Fenice, la frattura all'interno della famiglia Weasley e l'elfo domestico Kreacher, che porta sulla testa un enorme segnale di pericolo che pare nessuno riesca a vedere.

Le cose peggiorano ad Hogwarts, visto da sempre da Harry come il luogo per eccellenza in cui essere felici e accolti. La politica entra a grandi passi nella storia, e il Ministero della Magia comincia a legiferare nella scuola. I temi, in questo caso, sono piuttosto adulti: il Ministro della magia Caramell (perché dare un nome così "dolce" - il inglese è "Fudge" - a un personaggio così odioso?!) cambia volto alla scuola per proteggere la sua carriera da eventuali colpi di mano di Silente.
Sua arma più pronta e disponibile è Dolores Umbridge, uno dei personaggi più malvagi e meschini che mi sia mai capitato di incontrare.
Le sue punizioni ai ragazzi sono da denuncia, e le sue intromissioni nel lavoro degli altri insegnanti fastidiose e intollerabili.
Con lei e i suoi Decreti Didattici il senso di ingiustizia che si respira nella storia raggiunge l'apice.
Avrei preferito meno malvagità, o magari azioni più subdole per punire solo determinati ragazzi, piuttosto che una così chiara e aperta parzialità nei confronti delle Case. Credo che la cattiveria del personaggio sia eccessiva, quasi incredibile. Tuttavia, a ben guardare cosa stava accadendo in una parte del mondo mentre leggevo il libro, mi sono anche chiesta se l'autrice, con la Umbridge e il Ministero e la scuola imbavagliata e derubata della sua indipendenza, non volesse rappresentare, pur se molto semplicisticamente,  alcune situazioni, ahimè purtroppo possibili e reali.


Il combattimento finale mi è piaciuto molto, anche se disgraziatamente ogni volume della saga di Harry Potter pare debba concludersi con un lutto.

In particolare, la morte di uno dei personaggi mi è sembrata l'effetto finale della mancanza di comunicazione che pervade tutta la storia: gli adulti non spiegano ad Harry cosa stia succedendo e quali pericoli potrebbe correre; Silente non gli dice perché siano così importanti le lezioni di Occlumanzia con Piton; Sirius non gli rivela che l'oggetto che gli regala potrebbe aiutarli a mettersi facilmente in comunicazione.

Per quanto riguarda i personaggi, l'Harry di questo volume è difficile da amare. E' un adolescente che si ritrova in una situazione difficile, sbeffeggiato ed insultato da chi non crede alla sua storia sul ritorno di Voldemort; abbandonato, secondo la sua percezione, dal preside Silente; sottoposto alle ingiustizie della Umbridge e all'orribile consapevolezza di aver avuto un padre bullo da ragazzino. Benché la sua rabbia sia quindi giustificata, l'ho trovato un personaggio duro da sopportare e che, almeno per il momento, non sembra maturare.
Hermione, che ho sempre apprezzato, verso la fine della storia mi è sembrata troppo rigida e fastidiosa (anche se, come al solito, aveva ragione), mentre mi è piaciuta la piccola Ginny Weasley, molto maturata.
La nuova conoscenza Luna Lovegood è davvero adorabile, e spero dimostrerà di valere molto più di quanto sembri.


Sbirciare nei ricordi del professor Piton ci ha poi permesso di scoprire due cose: il padre di Harry da ragazzino era un vero e proprio bullo, e Severus è un adulto che non ha mai superato i traumi della sua adolescenza. Sin dal primo volume mi sono sempre chiesta come possa un adulto vendicarsi di una persona del suo passato maltrattandone il figlio. Mi sembra immaturo, inutile e crudele.
Assistere al comportamento di James Potter è stata poi una vera delusione, e il fatto che fosse "solo un ragazzino, ma in fondo era una brava persona" non è una giustificazione. Il bullismo non ne ha mai.

Sul versante professori, ho adorato il modo in cui la McGrannitt è riuscita a tenere testa alla Umbridge (ma d'altronde adoro sempre la McGrannitt), mentre mi è spiaciuto che il personaggio di Silente sia stato così defilato (altro indizio che sin dal principio non prometteva nulla di buono); non ho apprezzato, invece, la storia del fratello di Hagrid: mi ha piuttosto annoiata.


I temi affrontati sono alquanto attuali - il potere dei mezzi di comunicazione, la discriminazione del diverso, la prepotenza dei regimi dittatoriali - e rendono Harry Potter un romanzo dai vari livelli di lettura che, al di là di qualche stereotipo (incarnato alla perfezione, secondo me, da Draco Malfoy) o esagerazione (la Umbridge), può rivelarsi interessante anche per un pubblico adulto.

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Seconda di copertina: Il quarto volume delle avventure di Harry Potter ci ha lasciato con il fiato sospeso: Lord Voldemort è tornato.
Che cosa succederà ora che l'Oscuro Signore è di nuovo in possesso dei suoi terrificanti poteri? Quanta morte e distruzione seminerà nel tentativo di riprendere il dominio del mondo?
Sono le stesse domande che si pone Harry Potter, disperatamente segregato – come tutte le estati – nella casa dei suoi zii Babbani, lontano dal mondo magico che gli appartiene.
Ma qualcosa è cambiato anche in lui.
Ormai quindicenne, lo ritroviamo divorato dalla frustrazione, dalla rabbia e dalle ansie tipiche della sua età.
In uno dei libri più attesi nella storia della letteratura, J.K. Rowling non cessa di stupirci. Tessendo un'altra stupefacente trama, riesce questa volta a dar voce alle inquietudini dell'adolescenza, ad arricchire il suo già mirabolante universo di nuove creature e nuovi indimenticabili personaggi, e anche a metterci in guardia contro la stupidità del potere e di chi lo usa per combattere il talento, il coraggio, la fantasia e la diversità.

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Giudizio personale: 4/5

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Volumi precedenti:
- Harry Potter e la pietra filosofale
- Harry Potter e la camera dei segreti
- Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
- Harry Potter e il calice di fuoco

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