domenica 13 novembre 2011

Harry Potter e la pietra filosofale

Autrice: J.K. Rowling
Titolo originale: Harry Potter and the philosopher's stone
Volume: 1 di 7

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Anni fa avevo letto un estratto di Harry Potter e la pietra filosofale, non mi era piaciuto ed avevo rifiutato di leggerlo nonostante numerosi commenti entusiastici.
Ora mi ci sono avvicinata quasi per scommessa, e devo ammettere di essere rimasta piacevolmente meravigliata.

Innanzitutto la scrittura non è così semplice come mi sarei aspettata, benché si tratti palesemente di un libro scritto soprattutto per bambini e ragazzi.
Il piccolo Harry risulta subito simpatico, anche se la scrittrice ce lo presenta come un novello "Cenerentolo" o un bimbo dickensiano, il che di solito mi fa odiare il personaggio in questione. Forse è un po' troppo esagerato in senso negativo il modo con cui i Dursley trattano il bambino, ad esempio facendolo dormire in uno sgabuzzino. Mi è venuto da pensare che sarebbe stato interessante leggere di un Harry cresciuto in una famiglia amorevole ma che gli ha mentito sulle sue vere origini, ed assistere ai conflitti nati nel ragazzo dall'amare queste persone ma provare del rancore verso di loro, dal voler andare nella scuola di magia di Hogwarts ma contemporaneamente non voler lasciare la casa in cui è cresciuto.
E' interessante comunque che gli zii incarnino la paura del diverso, mentre Harry la condizione di chi non appartiene -e sente di non appartenere- al posto in cui si trova.

Il primo elemento buffo della storia è il gatto -che poi scopriremo essere la professoressa  McGranitt, e che per me non ha potuto non avere il volto della bravissima Maggie Smith-.
Ma simpatico è anche il personaggio del professor Silente, dolce, paterno e potente, una persona con la quale ci si sentirebbe protetti e al sicuro, per di più protagonista di varie situazioni che suscitano il sorriso -quali la storia del ghiacciolo, dei paraorecchi, della cicatrice che ricalca i percorsi della metro, della cuffia a fiori, dei calzini e le "tre" parole al discorso-.
Divertente risulta anche il personaggio di Hagrid, soprattutto quando sferruzza; la questione della bacchetta e dell'ombrello risulta però un po' prevedibile.

Proseguendo nella lettura, nel capitolo 4 troviamo un Harry che fa tenerezza: quando Hagrid si arrabbia con i Dursley perché hanno tenuto il piccolo all'oscuro della verità riguardo i genitori, ed urla che allora il ragazzo non sa niente di NIENTE, leggiamo: " Questo, a Harry, sembrava un po' troppo. Dopo tutto, era andato a scuola e i suoi voti non erano poi tanto male".

Ho trovato molto accurato l'elenco delle cose da portare ad Hogwarts, ed i nomi degli autori dei libri di testo risultano molto buffi, il che denota un'ottima traduzione -due esempi per tutti: Phyllida Spore per Mille erbe e funghi magici e Arsenius Brodus per Infusi e pozioni magiche-.
La lista appartiene al capitolo 5, dedicato a Diagon Alley, il "quartiere degli acquisti" dei maghi, che ho trovato estremamente affascinante e curato nelle descrizioni.

Riguardo ai personaggi dei Weasley, mi è piaciuto molto il loro ingresso nella storia, ed alla stazione l'autrice è stata molto brava a farci arrivare i loro sentimenti reciproci e le simpatiche dinamiche familiari attraverso lo scambio di battute tra madre e figli.
Interessante come, una volta sul treno diretto alla scuola di magia, il concetto di normalità risulti capovolto: Ron dice, infatti, che pensa che la mamma abbia un cugino di secondo grado che fa il ragioniere -e quindi non è un mago- ma che in famiglia non ne parlano mai.
Restando in tema di famiglie, mi è piaciuta anche quella di Neville, nel capitolo 7; i metodi utilizzati dal prozio del ragazzo al fine di saggiarne le capacità nel campo della magia sono tragicamente divertenti.

La seconda parte del libro, a partire cioè dal capitolo 9, "Il duello di mezzanotte", è purtroppo più lenta e noiosa; non mi è piaciuto l'episodio del mostro nel bagno nel capitolo "Halloween", anche se vi troviamo una nota simpatica nel professor Raptor, che si siede sulla tazza del water a causa della paura suscitata dal mostro.

Naturalmente in una storia del genere la magia la fa da padrona, ed ho trovato molto affascinante il fuoco che si può conservare nel barattolo della marmellata, e divertente l'incantesimo dei gemelli Weasley sulle palle di neve, che si mettono ad inseguire Raptor ovunque vada.

Anche se può apparire poco originale, mi piace il principio secondo il quale chi ha ceduto l'anima a Voldemort non può toccare Harry, in quanto questo è stato così amato dalla madre, che la donna non ha esitato a morire per salvarlo, e tanto amore è un tormento per chi è carico solo di odio, brama e ambizione.
A questo proposito il professor Silente afferma che "Essere stati amati tanto profondamente ci protegge per sempre, anche quando la persona che ci ha amato non c'è più".
E' molto bello anche che Neville Paciock sia premiato per il coraggio che ha avuto di affrontare i propri amici, perchè "affrontare i nemici richiede notevole ardimento. Ma altrettanto ne occorre per affrontare gli amici".

Purtroppo avevo già visto il film, quindi mi sono rovinata la sorpresa finale, ma credo che l'identità della persona che vuole appropriarsi della pietra filosofale sia un buon colpo di scena.

Una curiosità: nel primo capitolo, a proposito di Harry Potter, leggiamo: "Su di lui scriveranno volumi, tutti i bambini del mondo conosceranno il suo nome!", quasi l'autrice, in un impeto di preveggenza, abbia voluto svelare ai lettori e a se stessa il destino del suo piccolo, grande eroe.

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Quarta di copertina: "Ma è contro le nostre leggi" disse Ron. "L'allevamento dei draghi è stato dichiarato fuori legge dalla convenzione degli Stregoni nel 1709, questo lo sanno tutti. E' difficile non farsi notare dai Babbani se alleviamo un drago in giardino, e comunque non si possono addomesticare: troppo pericoloso. Dovreste vedere le bruciature che si è beccato Charlie in Romania coi draghi selvatici".

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Giudizio personale: 4/5

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Nel 2001 Harry Potter e la pietra filosofale è diventato un film diretto da Chris Columbus, con protagonista l'allora dodicenne Daniel Radcliffe. Grazie alla collaborazione dell'autrice del romanzo, J.K. Rowling, la pellicola è molto aderente alla storia originale.


I tre bambini protagonisti sono molto bravi; in particolare ho apprezzato le espressioni buffe o eloquenti di Rupert Grint nel ruolo di Ron, e il talento di Emma Watson nei panni di Hermione.
Da segnalare una sempre bravissima Maggie Smith nel ruolo della professoressa McGrannitt.


Il film è molto piacevole, soprattutto nella sua prima parte, con l'introduzione dei vari luoghi magici caratteristici dell'universo potteriano, quali la scuola di Hogwarts, Diagon Alley o la Gringott: credo che il regista Columbus sia riuscito nel suo intento di creare un mondo magico " intriso di colori, buon umore e dettagli ".


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