martedì 19 luglio 2016

Il grande Gatsby - Citazioni

" Astenersi dal giudicare implica un'infinita speranza. "

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" ... la vita sembra molto più di successo se la si vede da una finestra sola..."

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" ... distribuiva luce di stelle a falene casuali ... "

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" Non c'è fuoco o gelo che possa sfidare ciò che un uomo può immagazzinare nella sua anima. "

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" ... ma se riusciva una sola volta a ritornare a un certo punto di partenza e ricominciare lentamente daccapo, sarebbe riuscito a capire qual era la cosa che cercava ... "

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" Ma ad ogni parola lei si ritraeva sempre di più in se stessa, perciò lui rinunciò, e solo il sogno morto continuò a battersi mentre il pomeriggio scivolava via, cercando di toccare ciò che non era più tangibile, lottando infelice, senza disperazione, per raggiungere quella voce perduta al di là della stanza. "

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" La simpatia umana ha dei limiti ... "

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" ... nessun altro era interessato - interessato, intendo dire, con quell'intenso interesse personale a cui tutti hanno un vago diritto nel momento della fine. "

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" Aveva fatto molta strada per arrivare a questo prato azzurro, e il suo sogno gli doveva essere sembrato così vicino da non potergli più sfuggire. Non sapeva che l'aveva già alle spalle, da qualche parte nella vasta oscurità oltre la città ... "

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Qui la recensione del romanzo

domenica 10 luglio 2016

Beauty never dies

Autore: Cameron Jace
Sottotitolo: A Grimm Diaries prequel
Lingua: inglese
Genere: fantasy
Prima pubblicazione: giugno 2012

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Beauty never dies è il terzo, breve prequel dei Grimm diaries, questa volta scritto da Peter Pan.
In quanto creatura di sir James Matthew Barrie e non dei fratelli tedeschi, questi non è sottoposto alla maledizione dei Grimm, ma ne subisce comunque le conseguenze, in quanto innamorato della Bella Addormentata.

Questa, a quanto pare, non è l’angelica principessa delle fiabe che tutti conosciamo, ma una sedicenne instabile e viziata. Proprio a causa delle sue intemperanze, ancor prima della maledizione, gli altri personaggi delle fiabe hanno fatto in modo che dormisse per un lungo tempo. Quel sonno che è stato poi attribuito alla puntura del fuso e alla maledizione della strega.

Peter, però, sedicenne per sempre che rapisce bambini allo scopo di popolare Neverland, è deciso a risvegliare la sua bella, e così si rivolge a Dracula, del cui castello ha preso possesso.
Accanto a lui, un gobbo di Notte Dame incattivito dal suo passato.

Dal prequel veniamo anche a sapere che Peter ha aiutato la cosiddetta Regina Cattiva (qui Queen of Sorrow) a sbarazzarsi della pericolosa Snow White.
Sembra, però, che il pericolo non sia del tutto scongiurato, a causa dei Lost Seven, diventati i sette nani nella favola,che potrebbero aiutarla.

Il prequel si conclude svelando la vera identità della Bella Addormentata.

Sin dall'inizio tutto sembra molto caotico; non mi è piaciuto il gobbo di Notre Dame né Dracula privato del suo fascino e ridotto a un'ombra del personaggio da tutti conosciuto.
La questione della maledizione dei Grimm è di sicuro l’elemento che provoca più confusione, e di questo sembra accorgersi anche l'autore, che spesso lo fa dire agli stessi personaggi.
La Queen of Sorrow mi è sembrata priva di carisma, e in balia di un ragazzino presuntuoso e con un evidente deficit dell’attenzione.

La vera natura della Bella Addormentata è una piacevole novità, e di sicuro la sua vera identità è l’aspetto più innovativo.
Sembra che l’autore abbia delle buone idee, ma non sappia come utilizzarle per un buon racconto, e finisca per fare di tutto una gran confusione.
Di sicuro è bravo a stuzzicare l’appetito di quelli a cui piacciono le riletture delle favole. Nel prossimo prequel a prendere la parola sarà infatti Cappuccetto Rosso.
Pur non aspettandomi grandi cose, gli darò di sicuro una possibilità (magari cercando, nel frattempo, qualche variazione meglio scritta).

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Trama: Peter Pan has a plan. Since it's been hundred years since his friends were all cursed by the Brothers Grimm, he is about to wake up Sleeping Beauty, his eternal lover. Oops, you didn't know that. Blame it on the Grimms.

But in the middle of the ceremony, he is visited by the Evil Queen who manipulates him into helping her with information about Snow White. This or she will expose him as he has been secretly kidnapping kids to help him rebuild Neverland in the Dreamworld.

After the deal is made, Peter continues with the ceremony, bringing Sleeping Beauty back into life. What Sleeping Beauty is capable of and who she really is are like nothing ever written in the books.

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Giudizio personale: 2/5

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Volumi precedenti:

martedì 5 luglio 2016

La ragazza tatuata - Citazioni

" Tra quei detriti, ci vuole un occhio acuto e paziente per scorgere un tesoro. "

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" Questa era una di quelle situazioni in cui non perdere era infinitamente più importante che vincere. "

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" E' facile calare all'Averno: la porta dell'oscura dimora di Dite è sempre aperta, il giorno e la notte. Ma tornare sui propri passi, salire all'aria che si respira in terra, è faticoso e difficile. "

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" Entrare in macchina, [...], era a volte complicato, e uscirne fuori, con quell'azzardato spostamento di equilibrio che davi per scontato finché non lo stavi perdendo, era ancora più difficile. "

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" La maggior parte delle persone si sbaglia riguardo alla maggior parte delle cose, [...]. La maggior parte degli adulti. "

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" Perché anche i narcisisti soffrono, anzi forse i narcisisti soffrono più profondamente, per la perdita di coloro che esistevano per amarli e per riflettere la loro esagerata autostima. "

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" ... non poteva sfuggire alla convinzione che quando gli anziani genitori muoiono di morte naturale dopo lunghe malattie, nessuno ha motivo di pensare che sia stata commessa un'ingiustizia. "

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" Fingeva le esagerazioni, l'isterismo. Ma un volto può assumere i tratti della maschera che vi è calcata sopra. "

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" ... coloro che ci odiano, ci odiano perché credono che noi siamo pericolosi in qualche modo. Quella pericolosità, o la possibilità che ci sia, ci fornisce un "potere" su di loro. "

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" Nei giorni buoni era dannatamente grato per la sua salute e nei giorni cattivi, bé, poteva sempre essere grato di non stare peggio. "

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" Adesso non riesco a ricordarmi per cosa diavolo fossi così preoccupato. Per la maggior parte della mia vita adulta. Ero pazzo? "

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" Non credeva nel peccato. Ancora meno nel peccato originale. Credeva nei difetti personali. "

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" Era ottimista. - Un ottimista è uno che non ha altra scelta -. "

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" Fu un periodo di profondissimo sonno e, quando si svegliava, ogni volta lui era ancora morto. "

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Qui la scheda del libro

sabato 2 luglio 2016

Il nome del vento

Autore: Patrick Rothfuss
Lingua: italiano
Genere: fantasy
Prima pubblicazione: marzo 2007

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Ho desiderato per lungo tempo leggere Il nome del vento, e purtroppo devo proprio affermare che l’attesa è stata la parte migliore.

Quando, con molto entusiasmo, ho cominciato il romanzo, mi ha colpito come uno schiaffo inatteso la piattezza dello stile. Non ho potuto fare a meno di confrontarlo con quello de Le cronache del ghiaccio e del fuoco di George R. R. Martin che, piacciano o meno, sono scritte in modo eccellente, e a cui la prosa di Patrick Rothfuss non è minimamente paragonabile.
Il setting è molto simile: un mondo simil medioevale privo quindi delle comodità moderne e con un pizzico di magia. L’universo di Rothfuss non è però per niente violento, e questo di sicuro non mi è dispiaciuto.
Messi a parte confronti con altre opere, Il nome del vento è stato deludente soprattutto per quanto riguarda la storia in sé.

Tutto ha inizio in una locanda, il cui locandiere, ci viene fatto ben intendere, non è ciò che sembra. Pare che egli sia considerato, infatti, ora un eroe, ora un assassino, ora un grande mago, ora un eccelso cantore o un farabutto.
Quindi, quando nella locanda fa il suo ingresso un Cronista (di nome e di fatto), e il locandiere Kote, sotto cui si nasconde il misterioso Kvothe, si accinge a raccontare tutta la sua storia, il lettore, o almeno io, immagina che davanti a sé si dispiegherà un mondo fatto di avventure, misteri e magia.
Niente di più diverso.
Dopo aver narrato, infatti, dell’infanzia di Kvothe e di alcuni anni passati dal fanciullo in completa miseria e solitudine nella crudele città di Trabean, il romanzo diventa né più né meno che la storia di un quindicenne durante i suoi primi mesi all’Accademia, una sorta di college in cui, tra le altre cose, si insegna la “simpatia”, qui nome attribuito alla magia perché basata sul legame tra le cose (la simpatia, appunto).

Il protagonista è un ragazzo piuttosto presuntuoso, che, a quanto pare, sa sempre cosa fare e come farlo bene, per poi peccare spesso di stupidità (e credo di averlo ormai ripetuto fino alla nausea, che la giovane età di un personaggio non è un pretesto valido. Gli adolescenti possono essere avventati e non avere esperienza, ma non sono stupidi).
Sua nemesi all'Accademia è Ambrose, un personaggio piuttosto stereotipato. Si tratta infatti del tipico ragazzo nobile, molto ricco, che prende di mira il compagno senza un soldo in tasca e non tollera che si faccia lo stesso nei suoi confronti. Le beghe fra i due sono ad un certo punto diventate così noiose che, nel leggere del loro ennesimo scontro, mi sono rifiutata per un po' di andare avanti.
Inoltre il protagonista-narratore predice di continuo delle conseguenze disastrose per la sua carriera in Accademia proprio a causa degli scontri con Ambrose, ma ciò, in realtà, almeno in questo primo volume, non si avvera mai.
Gli altri colleghi di Kvothe all'Accademia, sia ragazzi che ragazze, anche se poco indagati, hanno comunque una loro personalità definita.
I professori sono abbastanza stereotipati: c'è quello che prova immediatamente simpatia verso Kvothe; quello che, al contrario, tenta sempre di mettergli i bastoni tra le ruote e di farlo espellere; quello che sembra essere ormai impazzito da tempo (ma, in realtà, è palese che riesca a vedere ciò che a chiunque altro è precluso) e così via.

Per quanto riguarda i personaggi femminili, i più meritevoli di attenzione sono Devi, Auri e Denna.
La prima presta del denaro a Kvothe quando questi ne ha bisogno; benché sia una strozzina, non mi è dispiaciuta, e credo che avrebbe meritato più spazio.
Auri è un personaggio molto dolce, una ragazza piuttosto slegata dalla realtà, forse una ex allieva che non è riuscita a tenere il passo con i ritmi dell'Accademia, nei cui sotterranei vive in solitudine.
Denna, che avrebbe dovuto essere la più importante ai fini della storia, è invece una vera e propria spina nel fianco. Kvothe ne parla come di un essere straordinario, che le parole non potrebbero mai descrivere. Si tratta invece di una ragazza senza spessore, le cui caratteristiche principali - e forse uniche - sono quelle di attrarre qualsiasi uomo e di scappare, anche quando non ce ne sarebbe alcun bisogno (come nell'episodio del draccus). Il protagonista, quindi, non fa altro che cercarla, per lo più senza successo, anche se poi, chissà come, i due si ritrovano sempre nello stesso luogo, come se il mondo avesse solo tre città o giù di lì.
Per l'autore quella tra i due avrebbe probabilmente dovuto essere una grande e tormentata storia d'amore, ma, essendo piuttosto piatta e vuota, non mi ha suscitato alcuna emozione.

 Per le prime 150 pagine circa, la storia è poco accattivante; la parte centrale è abbastanza interessante, ma gli ultimi capitoli sono davvero noiosi, soprattutto quando si parla del draccus. Non vedevo l'ora che la tortura finisse!
Quello che avrebbe dovuto essere il nucleo del racconto, e cioè la ricerca dei Chandrian o di qualche informazione su di loro, non vede alcun progresso - e, a quanto pare, non ci sarà nessuna novità nemmeno nel volume successivo -.

Il nome del vento, infatti, è il primo volume di una trilogia, ma, piuttosto che lasciarmi la voglia di continuare a leggere le avventure del suo protagonista, mi ha fatto solo desiderare di starne alla larga.
Una vera delusione!

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Trama: "Ho percorso alla luce della luna sentieri di cui altri temono di parlare durante il giorno. Ho parlato a dèi, amato donne e scritto canzoni che fanno commuovere i menestrelli. Potresti aver sentito parlare di me."

La Pietra Miliare, una locanda come tante, nasconde un incredibile segreto. L'uomo che la gestisce, Kote, non è davvero il mite individuo che i suoi avventori conoscono. Sotto le sue umili spoglie si cela Kvothe, l'eroe che ha fatto nascere centinaia di leggende. Il locandiere ha attirato su di sé l'attenzione di uno storico, che dopo un lungo viaggio riesce a raggiungerlo e convincerlo a narrare la sua vera storia. Il nostro eroe muove i suoi primi passi a bordo dei carri degli Edema Ruh, un popolo di attori, musicisti e saltimbanchi itineranti che si rifà a nobili ideali. Kvothe riceve i primi insegnamenti dall'arcanista Abenthy, e viene poi ammesso all'Accademia, culla del sapere e della conoscenza. Qui apprenderà diverse discipline, stringerà salde amicizie e sentirà i primi palpiti dell'amore, ma dovrà anche fare i conti con l'ostilità di alcuni maestri, l'invidia di altri studenti e l'assoluta povertà; vivrà esperienze rischiose e incredibili che lo aiuteranno a maturare e lo porteranno a diventare il potentissimo mago, l'abile ladro, il maestro di musica e lo spietato assassino di cui parlano le leggende.

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Giudizio personale: 2/5