domenica 30 novembre 2014

Persuaded

Autrice: Misty Dawn Pulsipher

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Persuaded è un retelling in chiave moderna del mio romanzo austeniano preferito, Persuasione.
La storia, che ha un prologo molto dolce, è per lo più ambientata in una sorta di villaggio vacanze privato a Old Lyme, Connecticut, in cui le strade non hanno nome, ma le casette monofamiliari si distinguono perché battezzate in modo diverso l'una dall'altra: abbiamo così Kelynch, dove vivono i Croft, e Uppercross, dimora dei Musgrove, che hanno ceduto per un'estate la loro casa ai figli Charles e Ella e alla nuora Mary.

La protagonista è Hanna, una maestra d'asilo ventottenne, che molto somiglia alla Anne Elliot di Persuasione, a cui vengono però risparmiati un padre vanitoso e anaffettivo e una sorella sprezzante (anche se i "Walter" ricorrono per un paio di volte nei discorsi di Maudelaine Russell, come insopportabili padre e figlia).
Il protagonista è invece Derick Wentworth, vincitore per tre volte dell'America's Cup, che accetta l'invito della sorella a Kelynch per trovare un po' di tranquillità e sfuggire ai paparazzi che lo tormentano dopo un suo ingiustificato abbandono di una delle gare.
E' proprio lì, però,che l'uomo si scontra con qualcosa, a prima vista, di ben peggiore dei fotografi: il suo passato, che tanto si era sforzato di dimenticare.
A questo punto, purtroppo, vi sono alcuni appunti da fare: il primo incontro tra i due, che tanto aspettavo, è stato deludente, privo di pathos, e il motivo per cui i protagonisti hanno rotto la loro relazione, ben dieci anni prima, potrebbe non essere condivisibile dai più.
A parte ciò, però, la storia è davvero emozionante ed oserei dire che crea dipendenza: sono rimasta sveglia anche di notte, senza accorgermene, dicendo a me stessa che ogni capitolo sarebbe stato l'ultimo, ma andando comunque avanti.

I personaggi di contorno sono riuscitissimi e ben delineati; fra tutti, ho trovato perfetta Mary, ipocondriaca, egocentrica e sempre dipendente dagli altri, ma anche davvero lievemente depressa, soprattutto a causa del suo vittimismo.

"If you combined a hypocondriac with a drama queen and a poorly functioning immune system, you got Mary."

Anche gli altri sono notevoli: l'indifferente Charles, che in fondo ama molto la moglie; il simpatico Adam Croft; l'amorevole Sophie, la superficiale Ella. Perfino Maudelaine, che pur compare poco, richiama parecchio la Mrs Russell del romanzo originale.
Mi è piaciuto molto il modo in cui è stato introdotto Eli, ovvero il corrispettivo del cugino Elliot, e davvero non avevo pensato a quale fosse la sua vera identità, che mi ha lasciata sorpresa.
I bambini, figli di Chrarles e Mary, sono veramente adorabili, così come è adorabile il fatto che il più grande, Cj, chiami la zia Hanna "Banana" (nonché Derick "Captain Wentworth").

Ciò che mi è piaciuto maggiormente del romanzo, è stato il fatto che non racconti solo di una seconda chance, ma quello a cui assistiamo è un vero e proprio re-innamoramento: i due protagonisti imparano a conoscersi di nuovo, e non possono fare a meno di sentirsi a casa l'uno con l'altra e di innamorarsi, così come Derick non può fare a meno di fare la corte ad Hanna anche se ha appena rotto con Ella, o di essere geloso di Benny (Benwick) e di Eli, ed Hanna non può fare a meno di pensare che lui non la guarderà più come faceva una volta.
Ci sono molte scene simpatiche con i bambini, o spiritose in cui Derick si diverte a prendere in giro Hanna, e naturalmente molte scene romantiche e molto dolci.

“You have this crazy notion that you’re not worth looking at—that you aren’t worth anything. But you don’t see what I see.” [...]
“I see someone so unforgettable that all these years later, I still can’t take my eyes off her.”

Unica nota un po' stonata del finale, che mi è dispiaciuta, il destino riservato ad Ella, la cui condizione sembra essere permanente, e l'egoismo di Benny, che pare quasi voglia fare di lei una copia della fidanzata perduta.
Malgrado ciò - ed il fatto che Hanna arrossisca troppo frequentemente - credo che Persuaded sia uno dei migliori retelling che abbia mai letto, e lo consiglio anche a chi non conosce Persuasione, ma abbia voglia di leggere una bella storia che sappia emozionare.

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Trama: Hanna Elliot had worn the ring faithfully at first. Some part of her still clung to the hope that all was not lost. As the days turned into weeks, she finally took it off and set it atop her dresser. When weeks gave way to months, the ring finally went back into its box, where it gathered dust until it was moved to Hanna’s unmentionables drawer. For the first few years, she had taken it out on the anniversary of the day she’d received it, allowing herself to wallow in what might have been. 

She had been all but stamped out of Derick Wentworth’s mind. 
Sure, he thought about her occasionally, especially on cloudless nights when he lay on the bow of the Laconia looking up at the stars. But as time went on, Derick began to feel grateful that it hadn’t worked out, for one thing was certain: if he ever did settle down, it would be with someone who knew her own mind. Someone who went after the thing she wanted without hesitation. Someone who would never allow herself to be persuaded otherwise. 


Hanna Elliot indossò l'anello con fiducia, all'inizio. Una parte di lei era ancora aggrappata alla speranza che non tutto fosse perduto. Mentre i giorni lasciavano il posto alle settimane, se lo tolse e lo ripose in cima all'armadio.
Quando le settimane divennero mesi, l'anello alla fine tornò nella sua scatola, dove accumulava polvere finché non veniva spostato dall'innominabile cassetto di Hanna. Per i primi anni, lei lo estraeva nell'anniversario del giorno in cui lo aveva ricevuto, permettendo a se stessa di crogiolarsi in ciò che sarebbe potuto essere.

Era tutto, fuorché uscita dalla mente di Derick Wentworth.
Certo, lui aveva pensato a lei occasionalmente, specialmente durante le notti senza nubi in cui era steso sulla prua della Laconia. guardando le stelle. Ma, mentre il tempo andava avanti, Derick cominciò a essere grato del fatto che non avesse funzionato, essendo certo di una cosa: se mai si fosse sistemato, sarebbe stato con una donna consapevole delle proprie opinioni.Qualcuno che avrebbe seguito ciò che voleva senza esitazioni. Qualcuno che non avrebbe mai permesso a se stessa di essere persuasa altrimenti.

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Giudizio personale: 5/5

domenica 23 novembre 2014

La favola di Eros e Psiche

Autore: Apuleio

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La favola di Eros e Psiche è il famoso racconto di Apuleio in cui la fanciulla Psiche, a causa della sua bellezza, incorre nell'ira della dea Venere, e si ritrova sposata ad un "mostro", che si rivelerà invece il bellissimo Eros, figlio della stessa dea, di cui però la protagonista non può mai vedere il volto. Istigata dalle invidiose sorelle, Psiche rompe una promessa fatta al suo sposo, e, per ritrovare l'amore, dovrà superare alcune prove a cui verrà sottoposta dalla vendicativa suocera.

La favola fa parte dell'opera Le Metamorfosi, anche conosciuta come L'asino d'oro, ma, a causa della sua estensione e della sua popolarità nel corso dei secoli, viene spesso proposta come racconto a sé stante.

Non posso dire che il libro mi sia piaciuto tantissimo, anche se la favola ha il suo fascino ed ha il merito di essere la capostipite di tantissimi altri racconti che ne hanno mutuato alcuni elementi: l'impossibilità di vedere un marito presente solo di notte nella fiaba inglese delle Tre piume - da non confondere con l'omonima dei fratelli Grimm -; le prove da superare e l'aiuto esterno in quella orientale di Joza e Janek, nonché la famosissima La bella e la bestia, nella cui versione originale sono presenti due sorelle invidiose.

La protagonista Psiche pecca spessissimo non solo di ingenuità ma, cosa più grave, di stupidità, mentre Venere mostra tutto il suo lato umano mostrandosi ora adirata, ora crudele, ora volgarotta, ma anche risentita per il fatto di dover diventare presto nonna!

A mettere nei guai Psiche è la curiosità, uno dei temi principali del racconto. Per questo, leggendo la favola, si è tentati di pensare che essa voglia insegnarci che essere curiosi è un male, e che questo istinto porti con sé punizioni ed infelicità. In realtà, a quanto pare, Apuleio si riferiva ad una "curiosità sacrilega", e cioè alla profanazione dei segreti iniziatici dei culti misterici. Gli studiosi cristiani, invece, videro nella favola un significato morale, consistente nel "divieto" di vedere lo sposo nudo.
Affascinanti i richiami alle leggi romane sul matrimonio, e soprattutto l' "incontro" con vari personaggi della mitologia.

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Quarta di copertina: " C'erano una volta in una città un re e una regina, che avevano tre figlie bellissime..."
Comincia così, nel più classico dei modi la favola di Eros e Psiche, una lunga digressione narrativa contenuta in uno dei primi "romanzi" della letteratura occidentale, le Metamorfosi, composto nel II secolo d.C. 
L'autore è Lucio Apuleio, rampollo di una facoltosa famiglia romana della Numidia. L'episodio di Eros e Psiche rappresenta forse il momento di più alta ispirazione poetica delle Metamorfosi, carico di significati e simboli religiosi e filosofici.
Di certo la vicenda della fanciulla sposa di Amore, capace di suscitare la gelosia di Venere è un imperdibile capolavoro che ha avuto straordinaria influenza sulla letteratura e nella storia dell'arte dei secoli successivi. 

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Giudizio personale: 3/5

mercoledì 12 novembre 2014

Una ritrovata felicità

Autrice: Emma Tennant
Titolo originale: Elinor and Marianne
Sottotitolo: Il seguito di Ragione e Sentimento

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[attenzione: SPOILER]

Una ritrovata felicità è un romanzo che, sia col suo titolo originale, Elinor e Marianne, sia con la forma con cui è raccontata la storia, quella epistolare, vuole richiamare il libro di cui è sequel, e cioè quel Ragione e Sentimento di Jane Austen, che, prima della stesura definitiva, si intitolava appunto Elinor e Marianne, ed era un insieme di lettere che formavano una storia.

Avevo letto e sentito aspre critiche nei confronti di questo romanzo della Tennant, così ho voluto leggerlo per farmene un'idea.
La prima metà mi è piaciuta molto. I protagonisti erano in character (forse solo Mrs Jennings ha avuto i suoi alti e bassi), e la forma epistolare rendeva veloce e gradevole la lettura.
In particolare, e questa, a dire il vero, è una caratteristica che si mantiene quasi per tutto il romanzo, ho davvero apprezzato il modo con cui l'autrice ha reso l'ipocrisia e l'opportunismo di alcuni personaggi (un esempio lampante è Lucy), che ben cercano di mascherare tali difetti sotto l'affettazione e le belle parole; o la grettezza di altri, l'avarizia, le facili maldicenze.

La seconda parte è invece davvero incredibile. Nell'accezione più negativa della parola.
Eventi e situazioni assurde si susseguono l'uno dopo l'altro: Robert Ferrars si reca in Africa e viene mangiato (mangiato!) dai selvaggi; Marianne, che aspetta un bambino dal Colonnello Brandon, fugge con Willoughby, va a convivere con lui (che nel frattempo sta tentando di sedurre la piccola Margaret ormai cresciuta), ed insieme decidono di partire per le Americhe in cui daranno vita a una comune fondata sull'amore libero; la signora Ferrars perde anche il senno -letteralmente- dopo aver perso ogni suo avere a causa del figlio minore, si stabilisce a Barton Cottage, vi organizza una festa a cui invita persino il Principe Reggente... e il Principe Reggente... vi si reca.
Ecco, a questo punto credo proprio che non ci sia più nulla da dire...

Da segnalare, nell'edizione Sonzogno, l'idea carina di assegnare ad ogni epistola un proprio "simbolo": una "M" per le lettere scritte da Marianne, un toro in un ovale per quelle provenienti dalla Locanda del gallo e del toro, un piccolo cottage molto carino per quelle scritte a Barton Cottage e così via.

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Quarta di copertina: "Emma Tennant ha una tale padronanza dello stile e della sensibilità di Jane Austen che ci fa respirare l'atmosfera dei romanzi originali." The New York Times

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Trama: "Mia cara sorella, ti scrivo per dirti che a Delaford sentiamo molto la tua mancanza..."
In questo seguito del capolavoro di Jane Austen Ragione e sentimento le due sorelle Dashwood sono ormai entrambe sposate e la loro vita scorre lenta e tranquilla sui binari della rispettabilità. Diversissime di carattere - saggia, riservata e ironica Elinor, quanto Marianne è idealista, passionale e impulsiva - sono molto legate e non vedono l'ora di poter di nuovo abitare vicine. Cosa che potrebbe accadere presto, poiché il Colonnello Brandon - marito di Marianne - ha offerto al cognato Edward Ferrars, pastore d'anime, una parrocchia quasi attigua alla loro dimora.
Elinor tuttavia deve rimandare il trasferimento perché il fratello di suo marito è fuggito all'estero dopo aver sperperato il patrimonio familiare, lasciando tutti i parenti sul lastrico. I Ferrars stanno quindi vendendo la tenuta di famiglia ed Elinor non può certo abbandonare il consorte in un simile frangente.
Marianne è desolata: ha scoperto di essere incinta e anziché esserne felice è caduta in uno stato di profonda prostrazione. Le pesa sempre di più la differenza d'età con il marito, un uomo che potrebbe essere suo padre e che le malelingue insinuano sia un libertino. Lui non è certo tipo da comprendere le malinconie della giovane sposa, specialmente ora che aspetta l'erede dei Brandon, e infatti si allontana "per affari" proprio nel momento in cui Marianne avrebbe più bisogno di lui.
E la tempesta si profila all'orizzonte: ricompare sulla scena l'affascinante Willoughby, l'antico amore di Marianne, l'unico che le abbia mai ispirato la vera passione e che lei ha inutilmente tentato di cancellare dalla propria vita, ma che nel distacco ha idealizzato...
Il lettore viene a conoscenza di tutti questi avvenimenti - e di molti altri, come molti altri sono i protagonisti che fanno da contorno alle vicende di Elinor e Marianne - attraverso le lettere che le due sorelle si scambiano ininterrottamente. E grazie a questo artificio si trova immerso in un mondo storicamente lontano ma reso vicino e quasi tangibile dalla confidenzialità delle lettere, dove fra le notizie su amici e parenti, i pettegolezzi, i consigli e i resoconti della vita quotidiana fa capolino una società classista e un po' bigotta, spesso addirittura gretta, come era quella dell'Inghilterra di fine Settecento.
All'autrice Emma Tennant va il merito di aver fatto di Una ritrovata feliicità un romanzo epistolare, compiendo così anche una felice operazione "filologica". Perché la stessa Jane Austen aveva scritto la prima stesura di Ragione e sentimento sotto forma di epistolario fra le sorelle Dashwood, intitolandolo appunto Elinor e Marianne.

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Giudizio personale: 2/5

giovedì 6 novembre 2014

Becoming Mrs Norris

Autrice: Alexa Adams
Sottotitolo: A Mansfield Park prequel

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Becoming Mrs Norris è un breve racconto dell'autrice Alexa Adams, pubblicato a puntate sul suo blog in occasione di Halloween.

E' la prima volta che seguo con costanza un progetto del genere, ed è stato divertente; probabilmente è quanto di più si avvicina alla pubblicazione a puntate su quotidiani o riviste di quei classici che ora ospitiamo sulle nostre librerie.

Tornando alla storia, l'ho trovata interessante perché non avevo mai neppure pensato che Mrs Norris potesse essere la protagonista di un romanzo tutto suo, seppur, a ben pensarci, di lei non sappiamo quasi nulla, e si potrebbe speculare molto sulla sua vita prima dell'arrivo di Fanny a Mansfield.

Alexa Adams ci fa conoscere una Emily Ward (questo il nome dato alla protagonista) molto giovane, rimasta orfana di entrambi i genitori e costretta a vivere, insieme alle sorelle, sotto la tutela dell'odioso zio. Questi è uno dei personaggi che più mi ha fatto rabbia tra tutti quelli che ho finora incontrato nelle mie letture. Non si tratta di nulla di originale, in realtà, ma solo di un uomo avaro, egoista, ed estremamente malvagio, uno di quelli à la Scrooge che si possono incontrare facilmente, e che qualche tempo fa forse avrei anche trovato esagerato (ma, ahimé, tutti sappiamo che tipi del genere esistono eccome).

Ho apprezzato questa Emily che si erge come uno scudo tra le sorelle e lo zio, assorbendone tutti i colpi maggiori, e che avrebbe potuto avere una vita molto diversa, e di sicuro più felice (così come sarebbe potuto succedere a Francis, la madre di Fanny, mentre probabilmente l'unica a cui non poteva davvero andare meglio è Maria, colei che sarebbe diventata lady Bertram).

Francamente, non trovo che ci siano giustificazioni al comportamento di Mrs Norris nei riguardi della piccola Fanny, anche se questo romanzo tenta di fare luce sul cammino che ha portato il cuore della donna ad indurirsi ed a cercare una sorta di "vendetta" sulla figlia di quella che comunque era un'amata sorella. Mi ha anche fatto riflettere, ancora una volta, su quanto i comportamenti degli adulti possano influire sulla vita dei più piccoli, lasciando loro un'eredità davvero triste.

Tutte le puntate mi sono piaciute molto, ma ho trovato la conclusione un po' troppo affrettata: avrei voluto che i riflettori non si spegnessero così presto su questa atipica eroina.

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Trama: Fanny Price's Aunt Norris is one of the most despised characters Jane Austen ever created, but how did she become so repulsive? Becoming Mrs. Norris explores the events that occurred before Mansfield Park, when Sir Thomas Bertram was courting Miss Maria Ward. This "Twisted Austen" tale was written in honor of Halloween and was first published serially on the author's blog, alexaadams.blogspot.com.

La zia di Fanny Price, Mrs Norris, è uno dei personaggi più disprezzati che Jane austen abbia mai creato, ma come è diventata così ripugnante? Becoming Mrs Norris esplora gli eventi verificatisi prima di Mansfield Park, quando Sir Thomas stava corteggiando la signorina Maria Ward. Questa storia è stata scritta in occasione di Halloween ed è stata pubblicata per la prima volta a puntate sul blog dell'autrice: alexaadams.blogspot.com.

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Giudizio personale: 3/5