martedì 4 settembre 2012

Le streghe di Eastwick

Autore: John Updike
Titolo originale: The witches of Eastwick

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Le streghe di Eastwick è un libro dal quale è molto difficile farsi prendere.
L'inizio è noioso e prolisso, tanto che per un periodo ho abbandonato la lettura. Di tanto in tanto sono presenti descrizioni e divagazioni tediose, in cui si indugia in un oceano di termini specifici di fiori, insetti ed elementi chimici.
Strano soprattutto che nessuno dei personaggi ispiri simpatia, né Derryl Van Horne, piuttosto viscido e sgradevole, l'uomo che cambia la vita delle protagoniste ed in un certo senso le spinge a dare il peggio di sé, né le streghe stesse.
Tra queste, Alexandra, che alla fine ha almeno il pregio di pentirsi dell'orribile atto compiuto con le compagne, risulta tediosa e poco interessante; Jane, che sembrava il personaggio più verosimile del gruppo proprio per i suoi difetti, come l'antipatia ed una certa propensione alla rabbia, al disinteresse e alla negligenza, si rivela la peggiore, piena di noncurante odio, freddezza e indifferenza verso gli altri; Sukie, presentata come la più carina, quasi una boccata di aria fresca, è invece piuttosto superficiale.

Le tre streghe vivono nella sonnacchiosa cittadina di Eastwick frequentando uomini sposati e lanciando piccoli incantesimi ai perbenisti che le circondano; sono amiche, sorelle, spettegolano e si confidano, le loro chiacchierate sono sempre spumeggianti, finché nella loro vita si affaccia Derryl Van Horne, un uomo misterioso e a tratti disgustoso, che con le sue attenzioni verso le tre, crea delle crepe nel loro rapporto, che non tornerà mai più lo stesso. Nemmeno quando le streghe si alleano per vendicarsi di una quarta donna, rea di aver portato via loro Derryl. L'incantesimo -o maledizione- che le tre lanciano alla piccola Jenny è così terribile, che da quel momento in poi è impossibile anche solo pensare di provare simpatia per una delle protagoniste, e sono stata davvero disgustata da come -soprattutto Jane e Sukie- affrontano le terribili conseguenze di ciò che hanno fatto.
Mi è piaciuta molto, invece, la descrizione della provincia americana e dei suoi abitanti, spesso dalla mentalità poco aperta ma dai tanti scheletri nell'armadio. Interessante anche la lettura della storia delle streghe come metafora dei rapporti interpersonali, e la critica strisciante ad una società ipocrita e bigotta.

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Quarta di copertina: Sono belle e pericolose, tutte e tre; divorziate, sono attorniate da uomini e da amanti; e, ovviamente, sono capaci di qualunque prodigio, perché sono tre streghe. Alexandra, Jane e Sukie vivono in una cittadina del New England, circondate da pettegolezzi, ma non hanno nessuna voglia di nascondersi o di limitare il loro desiderio di avventura e trasgressione. Alexandra scolpisce piccole bambole, le sue "puppine"; Jane suona il violoncello; Sukie scrive per il quotidiano locale: ma nessuna esita a usare i propri poteri per scatenare improvvise tempeste o trasformare palle da tennis in rane o sedurre i maschi della loro piccola città. Finché non compare in scena un uomo che non si aspettavano e che sconvolge le loro esistenze di streghe un pò annoiate. Si chiama Derryl Van Horne, viene da Manhattan ed è tanto affascinante quanto misterioso, nelle sue manie e nei suoi comportamenti sempre sopra le righe. Nel giro di poche settimane la casa che Van Horne sta ristrutturando diventa la sede di incontri sessuali a quattro, un ménage torbido e spregiudicato, che alla lunga scatena nelle tre amiche gelosie e invidie reciproche. Quando poi una quarta e più giovane donna trova spazio entro le attenzioni dell'uomo misterioso, la situazione precipita in modo tumultuoso, rivelando tutti i terribili poteri delle streghe di oggi.

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Giudizio personale: 3/5

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Nel 2009 la ABC ha prodotto la serie televisiva Eastwick, liberamente ispirata al romanzo di Updike, dal quale si discosta molto.
Il telefilm ha però avuto vita breve, in quanto per scarsi ascolti è stato cancellato circa due mesi dopo la messa in onda del pilot. L'unica stagione consta di 13 episodi.


Rebecca Romijn è Roxie, Lindsay Price interpreta Joanna, mentre Jaime Ray Newman è Kat Gardener. Le tre streghe telefilmiche si rivelano essere molto diverse dai loro corrispettivi romanzeschi; in particolare, ho notato che di Alexandra c'è ben poco, mentre alcune caratteristiche di Sukie (il carattere, l'aspetto fisico, il lavoro) sono state divise tra i tre personaggi.
Derryl Van Horne è interpretato da Paul Goss, e bisogna segnalare Sara Rue nel ruolo di una collega di Joanna.
Ho visto pochi episodi della serie, tra cui il pilot, che non convince, e che è seguito da episodi a tratti noiosi, che non brillano, e che davvero non fanno venir voglia di continuare a seguire le vicende delle tre streghe.



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E' invece del 1987 la commedia horror Le streghe di Eastwick, con Cher (Alexandra), Susan Sarandon (Jane), Michelle Pfeiffer (Sukie) e Jack Nicholson (Derryl).


Il film si discosta dalla storia narrata nel libro soprattutto nella seconda parte: non c'è Jenny e le streghe non sono crudeli; Derryl è palesemente un essere demoniaco che ha sì donato alle donne vitalità e poteri magici, ma pretende in cambio che le tre gli appartengano a tutti i costi, e viene per questo punito con un maleficio.
Bravissimi gli attori, bello il tema del woman-power e sempre gradito l'affresco della provincia americana perbenista e un po' chiusa in se stessa; la commedia però non strappa né risate né un sorriso, l'ho trovata, anzi, in alcuni punti piuttosto disturbante, e le scene di vomito sono state alquanto disgustose.


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