sabato 7 luglio 2012

L'ultima riga delle favole

Autore: Massimo Gramellini

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Le premesse sono buone, e anche le intenzioni, credo.
L'ultima riga delle favole (secondo me dovrebbe essere fiabe, ma tant'è) mi ha fatto subito pensare ai libri di Marcia Grad Powers, soprattutto a Il cavaliere che aveva un peso sul cuore, tuttavia il romanzo di Gramellini manca della magia, di quel qualcosa di speciale che si ritrova invece nella Powers.
Le belle citazioni non si contano, ma la storia è noiosa, tediosa all'ennesima potenza; ho impiegato forse più di due mesi per leggere circa 270 pagine.
Non si ha voglia di andare avanti, non si fa il tifo per il protagonista, non si vede l'ora che finisca.
Una vera delusione.

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Retro copertina: Tomàs è una persona come tante. E, come tante, crede poco in se stesso, subisce la vita ed è convinto di non possedere gli strumenti per cambiarla. Ma una sera si ritrova proiettato in un luogo sconosciuto che riaccende in lui quella scintilla di curiosità che langue in ogni essere umano. Incomincia così un viaggio simbolico che, attraverso una serie di incontri e di prove avventurose, lo condurrà alla scoperta del proprio talento e alla realizzazione dell'amore: prima dentro di sé e poi con gli altri. Con questa favola moderna che offre un messaggio e un massaggio di speranza, Massimo Gramellini si propone di rispondere alle domande che ci ossessionano fin dall'infanzia. Quale sia il senso del dolore. Se esista, e chi sia davvero, l'anima gemella. E in che modo la nostra vita di ogni giorno sia trasformabile dai sogni.

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Giudizio personale: 3/5


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