martedì 31 luglio 2012

Orgoglio e Pregiudizio - Il manga - Volume 1

Autrice: Reiko Mochizuki
Titolo originale: Kouman to henken
Volume: 1 di 2

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Aspettavo da tempo l'uscita sul mercato italiano del manga ispirato ad Orgoglio e Pregiudizio, e bisogna dire che è valsa la pena attendere.

I disegni dei luoghi e dei personaggi sono davvero molto molto belli, ed anche Jane ha dei lineamenti piuttosto gradevoli (nel romanzo originale è la Bennet più bella, ma spesso -come nell'adattamento della BBC- si tende a sacrificarla a vantaggio di Elizabeth).
Ed è proprio ad alcuni personaggi della miniserie del 1995 che mi sembra si ispiri l'autrice per i disegni di Mr e Mrs Bennet, ma soprattutto per caratterizzare Caroline Bingley e Charlotte Lucas, mentre Wickham e Bingley somigliano molto agli attori del film realizzato nel 2005.

L'autrice è davvero fedele al romanzo, nessun avvenimento è tralasciato, e forse per questo motivo chi non conosce la storia potrebbe trovare il succedersi degli eventi un po' troppo veloce.
L'aderenza al romanzo è visibile anche nei dialoghi, e tutto ciò, unito all'attenzione per i dettagli, fa della lettura di questo manga -che si conclude con il passaggio della carrozza di Miss De Bourgh davanti a casa Collins - un must per tutti gli appassionati di Jane Austen.

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Quarta di copertina: La bella e intelligente Elizabeth conosce a un ballo il ricchissimo e affascinante Darcy.
A causa dell'orgoglio e dell'alterigia del giovane, Elizabeth lo prende in antipatia e finisce anche per credere alle maldicenze sul suo conto riferitele da un conoscente. Eppure, perché quando Darcy la fissa con i suoi occhi neri, Elizabeth sente battere forte il proprio cuore?!

Finalmente per voi la tanto attesa versione manga di un  grandissimo capolavoro della letteratura inglese amato in tutto il mondo!

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- Volume 2

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(fare click per ingrandire)




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Giudizio personale: 5/5


lunedì 30 luglio 2012

Le cinque persone che incontri in cielo - Citazioni

" Ogni esistenza conserva un'istantanea dell'amore vero ".


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" Non esistono storie a sé stanti: talora si incontrano alle estremità, talaltra si sovrappongono le une sulle altre, come le pietre sul letto di un fiume ".


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" ...il Paradiso può trovarsi nei luoghi più impensabili ".


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" ...non si può separare una vita da un'altra più di quanto si possa separare la brezza dal vento ".


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" Nessuna vita è sprecata. [...]. L'unico tempo che sprechiamo è quello che trascorriamo a pensare di essere soli ".


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" A volte quando sacrifichi qualcosa di prezioso, non lo perdi. Lo dai a qualcun altro ".


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" Tutti i genitori fanno del male ai figli, è inevitabile ".


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" Tutto doveva essere tenuto dentro. Lo si sapeva, e basta. Il codice dell'affetto negato. Il danno era fatto ".


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" Il silenzio è peggiore quando sai che non verrà rotto... ".


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" Non è mai difficile vivere una vita banale se ti senti banale, così il pallore della resa diviene il colore abituale delle giornate... ".


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" ...il mondo è pieno di storie, che in realtà sono sempre la stessa ".





sabato 28 luglio 2012

I Watson e Emma Watson

Autrici: Jane Austen / Joan Aiken
Titolo originale: The Watsons & Emma Watson

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I Watson è il romanzo che Jane Austen decise di non terminare, probabilmente a causa della difficile situazione in cui la scrittrice venne a trovarsi nel periodo della stesura (la malattia e poi la morte del padre, un reddito insufficiente, ripetuti traslochi, la dipendenza dai fratelli più ricchi).
Si tratta, non a caso, di una storia più cupa e triste delle altre, senza la luminosità e la speranza che contraddistinguono gli altri romanzi austeniani, anche se di essi possiamo trovare delle briciole nel frammento incompiuto: c'è una Emma, come nell'omonimo romanzo del 1815; c'è un gruppo di sorelle, come in Orgoglio e Pregiudizio, anche se ben lungi dall'essere unite da sincero affetto, ma divise invece dall'egoismo e dall'invidia; c'è un fratello odioso con una moglie vile e avara, come il Dashwood di Ragione e Sentimento; c'è, infine, una protagonista che torna a casa, in miseria, in un ambiente gretto e quasi del tutto privo di affetto, dopo essere stata allevata da una zia ricca e nobile, come la Fanny di Mansfield Park. Infine, come è tradizione, non manca il ballo di rito, la famiglia più in vista, il potenziale futuro amore della protagonista, impersonato questa volta da Mr Howard.
Il frammento copre poco più di cinquanta pagine, ed in questa edizione viene completato da Emma Watson di Joan Aiken.
Bisogna dire che la diversità dello stile che contraddistingue le due scrittrici è palese sin dai primissimi righi del secondo romanzo.
Questo, però, risulta comunque piacevole, anche se lascia un pò perplessi riguardo ad alcuni punti.
In particolare, mi ha colpito molto la violenta fine che la Aiken riserva a Mrs Blake, sorella di Mr Howard, e al suo bambino, il piccolo Charles. Non credo che Jane Austen avrebbe mai inserito un avvenimento del genere in uno dei suoi romanzi; inoltre mi meraviglia che la storia non abbia seguito i progetti originali di Jane Austen -conosciuti dai posteri grazie al Memoir di James Edward Austen-Leigh-, ma probabilmente la Aiken non voleva su di sé la "responsabilità" di mettersi "nella penna" di Jane Austen, cimentandosi in una storia che avrebbe potuto deludere o spingere troppo al confronto tra le due scrittrici.
Il nuovo personaggio maschile, il Capitano Freemantle, che mi ha subito riportato alla mente il Capitano Benwick di Persuasione, ha il sapore di un abbozzo, ma avrebbe avuto tutto le qualità per risultare un buon personaggio. Un pò affrettato il finale; la storia d'amore tra il Capitano ed Emma è raccontata molto poco, non desta emozioni, e la scelta -nonché il cambiamento- di Mr Howard lascia un pò d'amaro in bocca.
Nonostante ciò, il libro risulta comunque interessante, e piacevole -se non ci si aspetta di ritrovare Jane Austen anche nel seguito-, ed ha il "merito" di essere uno dei pochissimi derivati austeniani tradotti in lingua italiana.

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Retro copertina: I Watson, il romanzo incompiuto di Jane Austen, che i fan della grande scrittrice avrebbero sempre desiderato leggere "sino in fondo", trova finalmente compimento.

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Giudizio personale: 3-4/5


domenica 15 luglio 2012

Le parole che non ti ho detto - Citazioni

" So che, per qualche motivo, ogni passo che ho fatto da quando ho imparato a camminare era un passo verso di te ".


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" ...e mi ritrovo a domandarmi perché, fra tutte le persone al mondo che avrei potuto amare, dovevo innamorarmi di una donna che mi sarebbe stata portata via ".


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" Mi ritrovo a cercare il tuo viso nella folla: so che è impossibile, ma non posso farne a meno. La mia ricerca è un'impresa interminabile, destinata al fallimento ".


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" Non so dove sto andando, né quando ci arriverò ".


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" Mi mancava la bellezza di un'alba, lo stupore e l'aspettativa che rendono meravigliosa la vita ".



sabato 14 luglio 2012

La figlia dell'altra

Autrice: A. M. Homes
Titolo originale: The mistress's daughter

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In questo breve libro -131 pagine circa- A.M. Homes condivide la propria esperienza di figlia adottata che viene improvvisamente cercata dalla madre naturale.

La prima parte, La figlia dell'altra, che verte proprio su questo punto, è forse la migliore, capace di risvegliare una gamma vastissima di emozioni.

Nella seconda, Disfare mia madre, l'autrice immagina come siano potute andare le cose, quale sia stata la vita della madre, cosa l'abbia portata ad abbandonarla. Risulta un pò ripetitiva, riprendendo molto della prima parte, ma è molto suggestivo il voler cercare di ricostruire la vita di una persona dal contenuto di vecchi scatoloni.

Nella terza, L'antropologa elettronica, ci viene raccontata la ricerca -quasi ossessiva- da parte della Homes delle sue origini attraverso vari siti Internet, la scoperta di storie diverse ma comunque tutte importanti, di persone mai conosciute, fino al bellissimo concetto che siamo "tutti imparentati per umanità".

Segue Il culo di mio padre, in cui si tratta del rapporto dell'autrice con il suo padre biologico, le impressioni derivatele dal conoscerlo, le paure e i sentimenti di lei, le bugie e l'egoismo di lui.

Sul padre verte anche Come una puntata di "Avvocati a Los Angeles", ed è questo un capitolo dalla scrittura interessante, perché vengono riportate le sole domande dell'avvocato al padre della scrittrice, lasciandoci intuire di volta in volta la risposta sulla base della domanda successiva.

L'ultima parte, Il tavolo di mia nonna, è forse la più commovente. In essa la scrittrice parla della nonna adottiva purtroppo defunta e del rapporto che aveva con lei. Afferma anche che sua figlia "le somiglia", a significare quanto siano importanti i legami d'amore, probabilmente ancor più di quelli di sangue.

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Retro copertina: Adottata alla nascita dalla famiglia Homes, A.M. ha trentun anni quando viene contattata dalla madre naturale: si ritrova improvvisamente scaraventata in un'identità parallela, dove i suoi genitori non sono i suoi genitori, ma due strani individui pieni di problemi irrisolti e inquietanti somiglianze fisiche.
Cercando di rimettere insieme i pezzi della sua famiglia, A.M. si sottopone a un test del DNA, ai ricatti affettivi della madre biologica e al dolore di riporne la vita in pochi scatoloni dopo la sua morte, all'umiliazione di altre promesse non mantenute dal padre, a un viaggio nel tempo per ricostruire il suo albero genealogico, sforzandosi di non perdere l'equilibrio e di non farsi sopraffare dall'assurda fatica di far rientrare nella propria identità un'altra famiglia, un'altra storia.

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Giudizio personale: 4/5

domenica 8 luglio 2012

Domani nella battaglia pensa a me - Citazioni

" Ogni vita [...] risulta essere unica e fragile ".


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" E' intollerabile che le persone che conosciamo si trasformino in passato ".


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" ...quello che è stato una volta non si può escludere che torni a essere... ".


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" ...il mondo dipende dai suoi relatori... ".


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" Pensare a quello che non è successo deve far parte del mio incantamento... ".


sabato 7 luglio 2012

L'ultima riga delle favole

Autore: Massimo Gramellini

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Le premesse sono buone, e anche le intenzioni, credo.
L'ultima riga delle favole (secondo me dovrebbe essere fiabe, ma tant'è) mi ha fatto subito pensare ai libri di Marcia Grad Powers, soprattutto a Il cavaliere che aveva un peso sul cuore, tuttavia il romanzo di Gramellini manca della magia, di quel qualcosa di speciale che si ritrova invece nella Powers.
Le belle citazioni non si contano, ma la storia è noiosa, tediosa all'ennesima potenza; ho impiegato forse più di due mesi per leggere circa 270 pagine.
Non si ha voglia di andare avanti, non si fa il tifo per il protagonista, non si vede l'ora che finisca.
Una vera delusione.

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Retro copertina: Tomàs è una persona come tante. E, come tante, crede poco in se stesso, subisce la vita ed è convinto di non possedere gli strumenti per cambiarla. Ma una sera si ritrova proiettato in un luogo sconosciuto che riaccende in lui quella scintilla di curiosità che langue in ogni essere umano. Incomincia così un viaggio simbolico che, attraverso una serie di incontri e di prove avventurose, lo condurrà alla scoperta del proprio talento e alla realizzazione dell'amore: prima dentro di sé e poi con gli altri. Con questa favola moderna che offre un messaggio e un massaggio di speranza, Massimo Gramellini si propone di rispondere alle domande che ci ossessionano fin dall'infanzia. Quale sia il senso del dolore. Se esista, e chi sia davvero, l'anima gemella. E in che modo la nostra vita di ogni giorno sia trasformabile dai sogni.

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Giudizio personale: 3/5


lunedì 2 luglio 2012

La bottega dei giocattoli

Autrice: Angela Carter
Titolo originale: The magic toyshop

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Il titolo farebbe presupporre qualcosa di allegro, dolce, giocoso.
E probabilmente la prima parte della storia ha queste caratteristiche, con tre fratellini -due femmine e un maschio- che vivono in una casa lussuosa circondati da ogni comodità.
Poi, la tragedia: i genitori muoiono in un incidente aereo, non ci sono soldi, scialacquati in vista di guadagnarne altri, ed i ragazzi vengono affidati ad uno sconosciuto zio giocattolaio, che vive in uno squallido sobborgo di Londra.
Qui la storia assume tutt'altri colori e caratteristiche: si fa grigia, scura, asfissiante, angosciante.
Nella nuova casa non c'è neppure l'acqua calda, la zia irlandese è amorevole, ma muta e triste, non ci sono giocattoli per la piccola Victoria, benché lo zio ne costruisca di diversi e divertenti.
Ed è proprio lui, lo zio, la figura più inquietante di tutta la storia e della nuova vita dei ragazzi: crudele, egoista e manipolatore, è una presenza costante nella famiglia anche quando non c'è, imponendo le proprie leggi e i propri malumori. Costruisce splendidi burattini che fa esibire in brevi e angoscianti spettacoli in cantina, ad uso e consumo dei componenti della famiglia e del proprio egocentrismo, e si comporta da burattinaio anche con la moglie, i cognati e i nipoti, muovendo i loro fili senza preoccuparsi del male che può arrecare.
Più di tutti, odia la quindicenne Melanie, sulla quale ha riversato il disprezzo che provava verso il padre della ragazza.
Questa si trasforma da ragazzina spensierata a donna, dando alla storia la connotazione del romanzo di formazione.
Lo stile è impeccabile, eppure sembra che manchi qualcosa. Ho letto il libro in due giorni, aspettando la svolta che avrebbe dato un senso a tutto, ed invece il libro termina -dopo la scoperta di un incesto che a mio parere avrebbe dovuto essere esplorato meglio, e che sembra quasi non avere senso- con un finale affrettato e insoddisfacente, che lascia dubbi sulla sorte di alcuni -se non di tutti- i personaggi.

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Retro copertina: Una notte la giovane Melanie attraversa il giardino di casa indossando l'abito nuziale della madre. Il giorno dopo il suo mondo cambierà improvvisamente. Costretta ad abbandonare la dimora della sua infanzia, Melanie si reca a Londra con i fratelli a vivere presso parenti a loro sconosciuti. Da questo momento abiterà in un negozio di giocattoli, colmo di oggetti e personaggi bizzarri, non ultimo lo zio Philip, un uomo che ama soltanto i manichini di legno che crea nel suo laboratorio.

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Giudizio personale: 3/5


I misteri del castello di Udolfo - Parte I

Autrice: Ann Radcliffe
Titolo originale: The misteries of Udolpho
Parte: 1 di 2
Volumi: 1 e 2 di 4

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Ero curiosa riguardo I misteri del castello di Udolpho dai tempi di Northanger Abbey, la cui protagonista legge proprio il romanzo della Radcliffe, ed in cui Jane Austen si prende un pò gioco delle gothic novel, tanto in voga ai suoi tempi.
Ebbene,questi due primi volumi sono stati una noia totale.
La protagonista, Emilia, non trasmette nulla, le vicende non sono interessanti, e soprattutto il viaggio che la fanciulla compie insieme al padre fa davvero venir voglia di chiudere il libro.
Il castello di Udolfo entra in scena solo alla fine di questa prima parte, portando una lieve ventata di interesse alla storia, ed un pò di respiro si ha unicamente nei brevi dialoghi tra la protagonista e la serva Annetta.
Spero in un miglioramento nella seconda parte.

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Trama: Considerato l'archetipo del romanzo gotico, "I misteri di Udolpho" fu pubblicato nel 1794, anno dell'ascesa e della caduta di Robespierre. Sull'apparente struttura del racconto di formazione femminile, Ann Radcliffe modella un percorso attraverso gli spazi sublimi del terrore, nei quali l'eroina si smarrisce in una vertigine noir che la conduce oltre i limiti della ragione e della natura. Nella Francia del 1584 la giovane e sensibile Emily St. Aubert, rimasta orfana di entrambi i genitori, viene rinchiusa dalla zia Madame Cheron e dal suo compagno, il perverso zio Montoni, nel tenebroso castello di Udolpho, sugli Appennini. Solo dopo una convulsa serie di avvenimenti agghiaccianti Emily riesce a riacquistare la libertà e a ricongiungersi con il suo innamorato, Valancourt.

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Giudizio personale: 2/5

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L'e-book de I misteri del castello di Udolfo è scaricabile gratuitamente in italiano qui.