mercoledì 8 giugno 2011

Dieci piccoli indiani

Autrice: Agatha Christie
Titolo originale: Ten little niggers

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Romanzo interessante ed originale, Dieci piccoli indiani.
Dieci persone sono attirate con l'inganno su una piccola isola, Nigger Island, che diventerà la loro prigione e il tribunale in cui saranno giudicati per i delitti che hanno compiuto, per i quali la legge non ha potuto fare giustizia.
Ma chi è il misterioso " signor Owen", regista e spettatore dell'orrore, nonchè seminatore di morte, se la casa di Nigger Island è isolata e non c'è nessun posto in cui potrebbe nascondersi, se non proprio nei panni di uno degli ospiti?

Inizia così una caccia all'assassino che finisce col coinvolgere anche il lettore, il quale si ritrova a passare in rassegna ogni personaggio.
La cosa è interessante soprattutto perchè nessuno è al di sopra delle parti, infatti, nel romanzo, a differenza di quasi ogni giallo, è assente la figura dell'investigatore o comunque dell'uomo o della donna che indagano allo scopo di svelare il mistero (e che, a mio parere, finiscono col risultare poco simpatici a causa della loro "onniscienza" e delle intuizioni geniali riservate solo a loro).

Il romanzo, come scrive Falzon nella prefazione, è un esempio dello stile country gothic dell'autrice, la quale, infatti, non ambienta la vicenda in un tetro castello con stanze e passaggi segreti, ma in una modernissima casa, in "un'atmosfera apparentemente placida ed idilliaca" - il mare, la tranquillità, gli agi - che poi "si rivela soffocante e micidiale".

Solo nell'epilogo si scoprirà l'identità dell'assassino, il quale si descrive come una persona che prova piacere nel vedere o provocare la morte, ma con un forte senso della giustizia (e qui il paragone con Dexter, personaggio telefilmico protagonista dell'omonimo show, è stato subitaneo).

"Spina dorsale" del romanzo, è una filastrocca per bambini, nella quale sono descritti i dieci modi in cui periranno gli sfortunati ospiti della casa, e che contribuisce a creare la suspense (chi sarà quello che "rimarrà indietro", o quello che sarà "infranto a mezzo"?) e dà un ulteriore tocco inquietante all'opera.


Una curiosità sul titolo: quello originale è Ten little niggers, cioè "Dieci piccoli negretti". Di negretti infatti parla la filastrocca; le statuine di porcellana che spariscono in relazione alle morti degli ospiti raffigurano negretti, e la stessa isola teatro della vicenda si chiama "Nigger Island", cioè "Isola negra".
All'epoca della prima edizione americana, però -ricordiamo che l'autrice è britannica- la parola nigger era considerata spregiativa, così si preferì adottare come titolo la frase finale della filastrocca: and then were none ("... e poi non rimase nessuno", indicato come sottotitolo all'interno dell'edizione italiana).
Questa soluzione però non piacque, e la successiva edizione fu intitolata Ten little indians, tradotto in Italia come Dieci piccoli indiani.
Ora mi chiedo, se "Dieci piccoli negretti" poteva suonare politicamente scorretto, non è altrettanto scorretto "Dieci piccoli indiani", visto lo sfortunato destino dei nativi americani a seguito della colonizzazione da parte dei bianchi? Probabilmente nel 1940 si pensava che il numero degli indiani che comprassero libri fosse nettamente minore di quello delle persone di colore...

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Quarta di copertina: Una casa misteriosa su un'isola deserta, lontana dal resto del mondo. Dieci persone che non si sono mai conosciute prima, tutte accomunate da un inquietante passato, riunite sotto lo stesso tetto da una serie inspiegabile di inviti. Un'assurda filastrocca per bambini
che ritorna ossessivamente, scandendo in maniera implacabile, come in un incubo dal quale è impossibile sfuggire, una serie spaventosa di omicidi. Un romanzo originalissimo, nel quale ciascuno dei protagonisti ricopre, contemporaneamente, il ruolo di investigatore, sospetto e probabile vittima.
Pubblicato per la prima volta nel 1939, e in seguito stampato e ristampato in tutto il mondo, Dieci piccoli indiani rappresenta, ancora oggi, uno dei massimi esempi di "giallo classico".

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Giudizio personale: 4/5

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La filastrocca:

Dieci poveri negretti
se ne andarono a mangiar:
uno fece indigestione,
solo nove ne restar.

Nove poveri negretti
fino a notte alta vegliar:
uno cadde addormentato,
otto soli ne restar.

Otto poveri negretti
se ne vanno a passeggiar:
uno, ahimè, è rimasto indietro,
solo sette ne restar.

Sette poveri negretti
legna andarono a spaccar:
un di lor s'infranse a mezzo,
e sei soli ne restar.

I sei poveri negretti
giocan con un alvear:
da una vespa uno fu punto,
solo cinque ne restar.

Cinque poveri negretti
un giudizio han da sbrigar:
un lo ferma il tribunale,
quattro soli ne restar.

Quattro poveri negretti
salpan verso l'alto mar:
uno un granchio se lo prende,
e tre soli ne restar.

I tre poveri negretti
allo zoo vollero andar:
uno l'orso ne abbrancò,
e due soli ne restar.

I due poveri negretti
stanno al sole per un pò:
un si fuse come cera
e uno solo ne restò.

Solo, il povero negretto
in un bosco se ne andò:
ad un pino s'impiccò,
e nessuno ne restò.

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Dieci piccoli indiani (titolo originale: And then there were none) del 1945 è la prima trasposizione cinematografica del famoso romanzo di Agatha Christie.


E' davvero un ottimo film, con attori bravissimi, che non annoia nemmeno per un attimo.
Tutta l'azione di svolge all'interno della casa e nelle sue immediate vicinanze, ossia la spiaggia e la legnaia; i personaggi non possono scappare dall'isola sulla quale sorge la villa, e la tensione cresce a mano a mano che gli omicidi continuano e le statuine dei dieci piccoli indiani diminuiscono.


La pellicola è molto aderente al romanzo, ad eccezione del finale, lo stesso che Agatha Christie riscrisse per la trasposizione teatrale della storia, e che permette una sorta di "lieto fine"; nonostante ciò, mi piace molto meno rispetto a quello del libro.





Tra glia attori, ho preferito Barry Fitzgerald nel ruolo del Giudice Quincannon, e Judith Anderson in quello di Miss Brent.

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