giovedì 30 dicembre 2010

Piccole donne


Autrice: Louisa May Alcott

Lingua: italiano

Titolo originale: Little women, or Meg, Jo, Beth and Amy

Genere: romanzo

Prima pubblicazione: 1868


Da bambina avevo guardato il cartone animato e il film delle Piccole donne, ed avevo letto il seguito, Le piccole donne crescono, ma non il romanzo più famoso della Alcott.
E così, eccolo... dopotutto, non è mai troppo tardi...!

Piccole donne è scritto molto bene, la storia è scorrevole, molto tenera, le avventure delle protagoniste non vanno al di là della loro casa e dei loro affetti, eppure non risultano noiose o troppo prevedibili.
Non so se alle ragazzine di oggi questo libro piacerebbe, ma sono sicura che i bambini lo adorerebbero.


Da piccola la mia preferita era Beth, e lo è stata anche questa volta, anche se nel suo personaggio si scorge qualcosa di triste, come se la scrittrice volesse dirci che quella gentile e fragile creatura non è fatta per la vita, ma è come se in essa ci fosse capitata per caso.

La piccola, infatti, è l'unica delle ragazze March per cui non prevediamo un futuro; ella scivola nei giorni come un alito di vento, è una presenza tranquilla, rassicurante per chi le sta accanto, eppure la sua indole così timida -troppo timida- ha qualcosa di drammatico.
Questa volta ho apprezzato anche Jo, il "maschiaccio", per il suo coraggio, il suo voler essere se stessa a tutti i costi, ma anche per l'umiltà e la volontà di cambiare, se ciò sembra la cosa migliore.
Antipatica come al solito invece Amy, la piccola viziata e capricciosa, ed anche un pò egoista e dispettosa (bruciare il manoscritto di Jo è un'azione davvero imperdonabile).
Un pò piatto il personaggio di Meg; sembra avere per lo più il merito della bellezza, ma non spicca per altre qualità.
Adorabile il vecchio signor Laurence, ben caratterizzato il personaggio della zia March, simpatico il combina guai Laurie.

La storia ci offre uno scorcio della vita in America nella seconda metà del 1800, le piccole lotte quotidiane per la sopravvivenza, i semplici divertimenti, la società.
Il libro, come è normale in quanto scritto alla fine del XIX secolo, è ricco di insegnamenti morali rivolti soprattutto alle quattro ragazze, tuttavia ciò, al giorno d'oggi, sa un pò di inibizione: una su tutte, è un peccato vedere Jo rinunciare alla sua vera indole per cercare di comportarsi come una "signorina".

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Quarta di copertina: Meg, Jo, Beth e Emily March sono quattro giovani sorelle di età compresa tra gli undici e i diciassette anni.
Le quattro sorelle, tutte magistralmente descritte e caratterialmente diverse, vivono con la madre, molto attenta e prodiga di buoni consigli, in attesa del ritorno del padre partito per la Guerra di Secessione come cappellano.
Le vicende si succedono una dopo l'altra, seguendo alcune piacevoli storie e altre dolorose ma sempre affrontate con coraggio e dignità dalle giovani protagoniste.
La famiglia March conduce infatti una vita "decorosa" improntata a una grande civiltà morale.

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Rating: 5/5

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Nel 1987 la Nippon Animation produsse 48 episodi sulle avventure delle ragazze March.
L'anime fu trasmesso per la prima volta in Italia, con il titolo "Una per tutte, tutte per una", da Italia1 nel 1987.


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Precedente a "Una per tutte, tutte per una", è il "Piccole donne" della Toei Animation, film a cartoni animati presente per intero su YouTube.
Ho visto solo la prima parte, e non posso dire che sia fatto male; lascia un pò perplessi l'aspetto fisico delle ragazze (Jo è bionda, Meg bruna e Amy castana), e il carattere di Jo è un pò estremizzato -è una gran pasticciona- e lievemente dissimile dall'originale (nota Laurie perchè è un bel ragazzo, e non fa che ripeterlo).



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domenica 26 dicembre 2010

La casa delle sorelle - Citazioni

" Ci sono individui fatti così, che non riescono a riparare i danni inflitti dal destino alla loro anima ".

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" ... si rese conto che tornare a casa non voleva dire ritrovare tutto quello che si era lasciata alle spalle ... ".

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" E' pur sempre il mio paese. [...]. Questo non è cambiato. Quello che provo per questa terra nessuno potrà portarmelo via ".

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" ... la sua vita era stata spezzata, aveva perduto persone che amava, si era perduta lei stessa. Avvertì all'improvviso tutto il peso della sofferenza, e dovette dominare una tristezza muta e indefinita ".

Chi prenderà Fluffy?

Autrice: Judith Summers
Titolo originale: Who gets Fluffy?

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E' ormai -purtroppo- lo stereotipo della donna moderna: bella - o quanto meno formosa -; esperta di moda; in carriera; incurante dell'orologio biologico; una frana con i bambini, e ancor di più in cucina, darebbe un anno di vita pur di non scheggiarsi le unghie appena laccate o di indossare le ultime Manolo Blahnik.
Questa è Annie, personal shopper all'Haines e Hampton, personaggio poco originale, che ricorda troppo la Becky kinselliana.
Il libro si apre con la causa di divorzio tra lei e Mark. Lui, naturalmente, è uno che indossa solo magliette improponibili e calzoncini kaki, nullatenente dog-sitter a tempo perso, che la moglie ha mantenuto per tutta la durata del matrimonio.
E naturalmente è bravissimo in cucina, adora i bambini e ne vorrebbe uno, e ancor più naturalmente - che prevedibilità, sigh...- tradisce Annie a causa di questo desiderio frustrato e del suo senso di solitudine.
L'unico problema nella causa di divorzio è l'affidamento di Fluffy, un bastardino conteso tra i due quasi-ex-coniugi.
Da qui, in prima persona, Annie ci racconta del suo incontro con il cagnolino prima e con Mark poi, della loro storia d'amore, del naufragio del matrimonio.
Il tutto sempre abbastanza prevedibile (dalla prima entrata in scena di Mark, sappiamo già bene come andrà a finire), con pochissimi momenti divertenti, ed una protagonista che a volte pecca di stupidità (come quando porta per la seconda volta l'irrequieto Fluffy a lavoro, in un prestigioso negozio; o quando lascia il cane al suo padrone di casa, palesemente inadatto a prendersi cura di un animale del genere).
Con un finale banale e scontato, in un capitolo in cui si paragona Mark a Colin Firth in "Orgoglio e Pregiudizio".


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Retrocopertina: Natale è sempre stato un periodo delizioso per Anna (n.d.b.: nel libro la protagonista è indicata sempre e solo col nome di Annie) e suo marito Mark. Ma quest'anno, per puro caso, Anna scopre tra i pacchetti di Mark un regalo chiaramente indirizzato a un'altra donna. È la fine della loro relazione, dopo quattro anni apparentemente felici, in cui Anna si è costruita una solida carriera mentre Mark provava senza successo a sfondare come musicista. Le procedure per il divorzio potrebbero concludersi in fretta e i due restare in buoni rapporti, se non fosse che nessuno è intenzionato a cedere all'altro la custodia del dolce e dispettoso cagnolino Fluffy. All'inizio della storia d'amore di Anna e Mark era stato al centro dei loro primi incontri, un cucciolo cresciuto tra mille attenzioni, e molto viziato. Ma ora i due sono pronti a darsi battaglia per l'affidamento, costringendo gli avvocati a sferrare colpi bassi, giurando e spergiurando il falso, pur di ottenere in esclusiva le coccole di Fluffy... che intanto soffre e si dispera perchè i suoi padroncini non vanno più d'amore e d'accordo. Può l'affetto per un tenero cagnolino scatenare una vera e propria guerra? Scopritelo in questo divertente, dolceamaro, commovente romanzo.

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Giudizio personale: 3/5


mercoledì 8 dicembre 2010

Berlin Alexanderplatz - Citazioni

" ...e godeva di poter udire la sua voce, vuol dire che si ha ancora qualcosa, che tutto non è finito".

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" Non che passa la fame, con le storie, ma si dimentica ".

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" Bisogna poter vedere nel mondo e andare verso di esso ".

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" Chi una volta ha baciato sulla riva del mare, lambito dall'onde danzanti, in un sussurro, quegli sa qual sia la cosa più bella al mondo... ".

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" Sebbene tu soffra così e tu soffra per i tuoi pensieri, non vuoi perderli? ".

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" Acque nel folto e nero bosco, acque terribilmente nere. Così silenziose, terribilmente silenziose. La vostra superficie non si muove quando attorno alla foresta infuria la bufera e i pini cominciano a piegarsi e le ragnatele tra i rami si squarciano e si schiantano i legni.
Voi rimanete nel fondo, acque nere, e i rami cadono.
Il vento sbatte la foresta, ma sino a voi non arriva la bufera ".

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" Non hanno saputo che dovevano chiamare su di sé un altro dolore ancora per poter andare avanti... ".

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" E io non griderò come prima: il destino, il destino. Non bisogna onorarlo il destino, ma guardarlo di faccia, pigliarlo di petto, annientarlo ".

Morte di un fotografo

Autore: Douglas Kennedy
Titolo originale: The big picture

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Ben è uno stimato avvocato con una bella moglie, due splendidi figli, una magnifica casa.
E un senso di insoddisfazione ogni giorno più grande.
Il sogno della sua vita, infatti, era fare il fotografo; sogno oggi relegato in una stanza zeppa di macchine fotografiche all'ultimo grido e accessori costosissimi. La sua esistenza gli sembra una prigione, ed anela quella libertà che sente di aver definitivamente perso.
Come se non bastasse, sua moglie è sempre più lontana, come lui insoddisfatta per essere diventata una mamma in una cittadina di provincia, piuttosto che una famosa scrittrice.
Un giorno Ben scopre che sua moglie lo tradisce con un detestato vicino, anch'egli fotografo, e durante una colluttazione lo uccide.
L'enormità del suo gesto lo travolge, e per la prima volta l'uomo si rende conto di non aver altro desiderio che quello di riprendere la vita fino a poche ore prima tanto odiata.
Ha davanti a sé un bivio: costituirsi e perdere i prossimi vent'anni della vita dei suoi figli, o escogitare un modo per sparire abbandonando comunque definitivamente la famiglia.
E' così che, sfruttando le sue conoscenze in campo legale (e la visione di parecchi episodi di C.S.I., direi io) Ben fa credere che il vicino sia partito, e mette in scena la propria morte.
Comincia in questo modo una nuova vita nel Montana, ma il suo talento come fotografo lo spinge sotto i riflettori.
Anche questa volta la morte sembra dargli una mano, e anche questa volta Ben dovrà scegliere se uscire definitivamente dalla vita di qualcuno...

In Morte di un fotografo Douglas Kennedy parte da uno spunto non proprio originale -la morte fittizia e l'inizio di una nuova vita-, e crea una storia godibile, interessante, traendone un libro che non annoia, che si legge tutto d'un fiato, e che ci spinge a porci delle interessanti domande: "Può un uomo convivere con l'omicidio di un suo simile e viverne la vita?"; "E' possibile scegliere di lasciare per sempre due figli per non affrontare le conseguenze delle proprie azioni?"; "Sarebbe possibile cambiare la propria vita ormai frustrante senza giungere a tali estremi?".

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Retrocopertina: Ben ha tutto dalla vita: due figli, una bella moglie ed è un avvocato di grido a New York. Eppure non è felice, perché da sempre il suo sogno è di dedicarsi alla fotografia. Un sogno che assume contorni beffardi quando scopre che la consorte lo tradisce... proprio con un fotografo. Disperato, lo affronta in un drammatico confronto, uccidendolo. Nei terribili momenti che seguono, Ben si rende conto che la sua vita è distrutta. Gli resta solo una via d'uscita. Ma è di quelle che non consentono di tornare indietro.

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Giudizio personale: 4/5