martedì 6 luglio 2010

Come una rana d'inverno

Autrice: Daniela Padoan

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Credo che tutti abbiamo letto o almeno sentito parlare di Se questo è un uomo di Primo Levi, e visto innumerevoli film su ragazzi o uomini deportati nei campi di concentramento.
Uomini, appunto.
Ma le donne, dov'erano?
Perchè di certo non sono state immuni dalla follia del nazismo e dall'orrore dei campi.
Daniela Padoan raccoglie in questo libro le testimonianze di tre donne, Giuliana Tedeschi, Liliana Segre e Goti Bauer, che scavano per noi nella ferita mai remarginata della deportazione.
I loro ricordi vanno dal fumo dei camini in cui bruciavano persone come loro, alla perdita della femminilità, alla mancanza di logica nel comportamento delle SS, al ritorno a casa, alle accuse per essere sopravvissute, alla sempre più frequente indifferenza che accompagna le loro testimonianze.
Un volume prezioso, perchè dimenticare può fare a volte comodo, ma risulta sicuramente deleterio.

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Retro copertina: "Considerate s equesta è una donna/senza capelli e senza nome/senza più forza di ricordare/vuoti gli occhi e freddo il grembo/come una rana d'inverno". Con questa immagine scarnificata, Primo Levi, nel celebre "Se questo è un uomo", si rivolge ai lettori, evocando donne spogliate della propria identità, non più padrone di quel corpo -quel grembo- che è tramite vivente della relazione con l'altro. Daniela PAdoan raccoglie in questo libro le testimonianze di tre donne -Liliana Segre, Goti Bauer, Giuliana Tedeschi - sopravvissute al campo femminile di Auschwitz-Birkenau. L'autrice conferisce alle tre interviste il ritmo di una lucida, accorata narrazione, fatta di rimandi e relazioni, perchè come dice Giuliana Tedeschi "le donne sono maglie, se una si perde, si perdono tutte". Nella storiografia dello sterminio nazista le donne sono pressochè invisibili, la loro presenza, data per acquisita, è sovrapposta a quella maschile e su questa si appiattisce. Ma come è scritto nella Postfazione "senza dimenticare per un solo istante che l'obiettivo dei nazisti era cancellare dal mondo gli ebrei, uomini o donne che fossero, riflettere sulla peculiarità delle sofferenze e sopraffazioni patite dalle donne, così come sul loro modo di opporre resistenza e rendere testimonianza, può servire ad allargare di un poco l'ambito di riflessione".

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Giudizio personale: 5/5



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