venerdì 30 ottobre 2009

Fiabe francesi

Autori: vari

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Avevo preso questo libro per regalarlo ai miei nipotini, ma come al solito l'ho letto prima io per essere sicura che fosse adatto.
Ebbene, non lo darò ai piccoli.
Perchè si tratta di fiabe non edulcorate, con elementi che potrebbero turbare un bambino: fanciulle fatte a pezzi ne "Il nano giallo"; donne trasformate in statue senza la possibilità di agire, ma lasciate del tutto capaci di intendere, ne "La Bella e la Bestia"; una povera bimba piccolina e bruttina, accettata da un bel bimbo solo perchè una fata aveva fatto in modo che lui la vedesse bella, in "Egle o Sgorbietto".

Pur non essendo adatto, a mio parere, ad un pubblico di mini-lettori, il volume di Fiabe francesi può risultare interessante per un pubblico adulto, per il confronto, ad esempio, de "La Bella e la Bestia" con la favola di Eros e Psiche.
Molto ben fatta la Nota critica finale, che mi è piaciuta più di tutto il restante volumetto.
Tutto sommato, un discreto passatempo.

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Giudizio personale: 2/5

domenica 11 ottobre 2009

Cirano di Bergerac

Autore: Edmond Rostand
Titolo originale: Cyrano de Bergerac

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Ho terminato questo libro proprio ieri sera.
Non pensavo che potesse essere così emozionante.
E triste, molto triste.

La versione che ho letto è la traduzione di Franco Cuomo, in prosa, mentre l'originale di Rostand era in versi, alquanto inadatti, pare, ai lettori contemporanei.
Il risultato è una commedia davvero bella, con un Cirano profondamente umano, idealista, fragile, battagliero, solo, ferito. Disperato.
Un personaggio con tratti in cui non è impossibile immedesimarsi.

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Quarta di copertina: Il Cirano, "commedia eroica" sull'impossibile amore del cadetto dal naso spropositato per la cugina Rossana, divenne popolare in Italia nella traduzione in versi di Mario Giobbe del 1898.
Questa di Franco Cuomo è la prima traduzione da allora. La trasposizione in prosa dei versi alessandrini originali fu tra gli elementi determinanti - com'ebbe a riconoscere la stessa critica francese - al fine di una nuova lettura del personaggio, che andasse oltre gli orpelli romantici per risalire alle radici della sua disperazione, del suo malessere, della sua smania suicida di duellare.

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Giudizio personale: 4/5

sabato 10 ottobre 2009

Tokaido - Citazioni

" Nelle gemme che lottano contro il vento si cela tutta la primavera ".

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" Fà del vuoto la tua strada ".

L'anello

Autrice: Danielle Steel
Titolo originale: The ring

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[attenzione: qualche piccolo SPOILER]

Tempo fa tentai di leggere uno dei libri di Danielle Steel, Giramondo, ma mi fu impossibile: lo trovai lento, noioso, prevedibile, soporifero.
Messo da parte prima di essere arrivata a metà della storia.

Eppure dò sempre una seconda - e una terza, e una quarta... - chance ad un libro che ho cominciato.
Mai mi sarei sognata di leggere di nuovo la Steel.

Eppure, qualche settimana fa, mi è capitato di notare questo, L'anello, il libro da cui è stato tratto un film in due puntate che ho visto illo tempore un pomeriggio d'estate.
E mi sono ricreduta sulla Steel, perchè L'anello è un libro bellissimo.
Leggermente diverso dal film. Migliore.

La storia è ambientata durante la seconda guerra mondiale, e tratta di una famiglia tedesca non ebrea, che però è avversa al Reich, e ci mostra quanto potessero essere terribili i nazisti anche con i loro stessi connazionali "ariani".
Certo, l'amore non manca, ma non c'è nulla di sdolcinato, e mi piace molto il fatto che l'uomo di cui si innamora Ariana sia un ufficiale nazista, in quanto ciò mostra che non è possibile fare di tutta l'erba un fascio, e che non tutti i militari tedeschi - ne sono sicura - condividessero la stessa anima malata.
La mia scena preferita è quella in cui Paul, il secondo marito di Ariana, le chiede di chi sia il bambino che aspetta:

" Di chi è questo bambino?"
[...]
"Di mio marito" gli rispose. [...]
" Io sono tuo marito, Ariana".
" E' di Manfred".

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Seconda di copertina: Nella Berlino degli anni Trenta, la nobile e bella Kassandra von Gotthard, moglie di un facoltoso banchiere, diviene l'amante di un giovane ma già affermato scrittore ebreo che cade vittima, tra i primi, della campagna antisemita.
Kassandra, distrutta dal dolore, si suicida per non trascinare il marito e i due figli, Gerhard e Ariana, nello scandalo e nel disonore. Una follia collettiva si è ormai impadronita della Germania ma i due ragazzi, protetti dal padre, ne vengono solo sfiorati finchè decidono di espatriare.
Inizia allora l'odissea di Ariana che, dopo la misteriosa scomparsa del padre e del fratello, rimane in balia di una violenza cieca e di una sorte umiliante. Eppure, anche con tanta bruttura, Ariana riesce a trovare un amore sincero e intenso che per lei rappresenta la salvezza. Ma è un breve momento di pace, e subito i drammatici eventi che il mondo sta vivendo la costringono a una lunga fuga in cui porta con sè, come solo tesoro, un anello appartenuto alla madre. Quel gioiello rappresenta l'unico sottile legame con il passato, un'eredità di affetti perduti a cui Ariana si aggrappa disperatamente.
E in America, dove infine approda per ricostruirsi una vita e dove l'attendono ancora mille peripezie ma anche esperienze appassionanti e travolgenti, sarà proprio il suo prezioso anello, divenuto un simbolo e un talismano, a ricongiungerla con ciò che ha di più caro.

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Giudizio personale: 5/5

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Il retro della copertina dell'edizione CDE

venerdì 9 ottobre 2009

Io uccido - Citazioni

" C'era un anticipo d'estate, nell'aria, con quel particolare aroma che solo le città di mare hanno. Odore di salmastro, pini, rosmarino e nulla di fatto. Promesse e scommesse. Non mantenute le prime, perse le seconde ".

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" Aveva [...] provato la netta sensazione [...] che nello sguardo che si stavano scambiando ci fosse già un discorso più avanti di quello che potevano condurre con delle semplici parole ".

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" E' la musica senza memoria che la memoria desidera per cessare di esistere ".

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" Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre che ti vegono a cercare. Non le hai scelte e nemmeno le vorresti, ma arrivano e dopo non sei più uguale. A quel punto le soluzioni sono due: o scappi cercando di lasciartele alle spalle o ti fermi e le affronti ".

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" Non c'è nessuno come una donna debole per riconoscerne un'altra ".

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" Quando aveva tirato il grilletto, il suo unico rimpianto era stato quello di poterlo uccidere una volta sola ".

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" Sei un uomo finito ".

" Questo ha già un senso. Tu non sei nemmeno mai cominciato ".

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" ...con l'angoscia di chi sa tutto e capisce che non potrà mai più dire nulla... ".

domenica 4 ottobre 2009

Ciascuno è perfetto

Autore: Raffaele Morelli

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Ho titubato molto prima di acquistare questo libro.
Mi attirava, tuttavia sfogliandolo scorgevo sprazzi che non mi piacevano, o con cui non mi trovavo d'accordo.
Ho deciso di comprarlo proprio per sapere cosa mi sarei persa, se non l'avessi mai letto, e anche perchè non si può giudicare un libro sfogliandolo in libreria.

Ebbbene, credo che il mio parere riguardo a Ciascuno è perfetto non sia mutato: ci sono dei passi molto belli - posterò le numerose citazioni -; la saggezza orientale da cui attinge a piene mani è sempre affascinante, ma ci sono affermazioni, convinzioni, che proprio non mi vanno giù, come ad esempio quella secondo la quale le malattie, non solo mentali o dell'anima, ma anche tutte le altre come cancro e Alzheimer, sono provocate da noi stessi, sono dovute al nostro modo di vivere e pensare.
Ora, è verissimo che c'è uno stretto legame tra umore, stato d'animo e, ad esempio, la progressione di un tumore, tuttavia, da studentessa di medicina, non posso accettare l'affermazione di Morelli, la quale affermazione, tra l'altro, mi sembra anche offensiva verso tutte quelle persone vittime di tali orribili malattie, o verso quelle che amano qualcuno a cui è stata diagnosticata una malattia, e con cui condividono un difficilissimo cammino.

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Quarta di copertina: Stare bene con se stessi, insegna Morelli, è un'arte semplicissima.
Esistono infatti dei principi che, se compresi e applicati, ci fanno sentire quasi magicamente più sereni, più tranquilli, liberi dall'ansia e sollevati dalla depressone. "Non c'è alcun fine da perseguire, nessuna meta da raggiungere e non occorre fare nessun tentativo per migliorarsi. Soprattutto non c'è niente di noi che non vada bene e nessuno sforzo da compiere per rimettere le cose a posto ".
I nostri difetti, le nostre parti oscure, i nostri dolori, non vanno scacciati ma guardati in faccia e accolti dentro di noi. Se ne andranno poi da soli. Bisogna liberare la nostra passione, le nostre pulsioni, erotiche, da tutte le gabbie morali e razionali, senza ideali nè rimorsi, invece di seguire un modello esterno di perfezione e dimenticarci che ciascuno è perfetto, proprio così com'è. Saggezza orientale e conoscenza medico-psichiatrica si fondono in questo libro intenso e affascinante, che dispiega con la chiarezza e la profondità tipica di Morelli la via per superare il disagio e trovare il benessere interiore.

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Giudizio personale: 2/5