sabato 26 dicembre 2009

Il mistero dell'innamoramento

Autore: Francesco Alberoni

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Il mistero dell'innamoramento è un libro molto interessante, che tratta dell'innamoramento, appunto, in modo delicato, serio, senza distruggerlo nè mitizzarlo.
Sembra quasi di star leggendo un trattato scientifico, in cui compaiono citazioni e studi di altri autori, il confronto tra questi e le teorie di Alberoni; precisazioni; fasi e conseguenze dell'innamoramento; differenze tra questo e ciò che si può credere tale: il colpo di fulmine, l'infatuazione da perdita e la passione da sottrazione.

Il libro consta di tre parti; nella prima, Il mistero dell'innamoramento, viene, tra gli altri, indagato lo "stato nascente", e cioè quello stato, quell'esperienza, che l'innamoramento permette all'innamorato, a cui il mondo sembra meraviglioso, che può perdonare e cambiare perché plastico -dopo non lo sarà più-, che vuole vedere il mondo con gli occhi dell'amato; nella seconda parte, L'amore fra sacro e profano, vengono trattati vari argomenti, quali "L'amore come seduzione e dominio", "L'amore-passione", "Amore ed erotismo"; particolarmente interessante ho trovato il capitolo "Amore e morte"; la terza parte, L'innamoramento fra passato e futuro, studia le cause della "nascita" dell'innamoramento -soprattutto come base del matrimonio- in Occidente, e la sua pressoché nulla presenza in Oriente, ed i cambiamenti prevedibili che il tempo potrà portare .

Non mi aspettavo che un libro del genere potesse trattare un argomento come l'innamoramento in modo così oggettivo, ma presentandolo comunque come qualcosa di meraviglioso a cui sarebbe un terribile errore rinunciare.

Solo un piccolo appunto, che è più che altro una curiosità: nel capitolo L'amore come seduzione e dominio, l'autore cita la canzone napoletana O' sole mio, trascrivendone dei versi e traducendoli; ebbene, in dialetto napoletano Oi Nè, volendo renderlo in un napoletano italianizzato, significa "oh, nenna", e cioè "oh, piccola", mentre l'autore traduce il tutto con "o Nella", facendo di O' sole mio una canzone dedicata ad una donna in particolare, e non a qualsiasi donna amata, dal proprio innamorato.

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Quarta di copertina: Nell'innamoramento è come se fosse caduto, quasi per magia, un velo che ci bendava. Adesso sappiamo quali sono i nostri veri desideri. Adesso conosciamo la nostra vera essenza. Sappiamo che cosa è giusto, che cosa è bene fare. Eravamo sonnolenti, accecati, addormentati, come lo sono ancora quelli che ci circondano. E che ora guardiamo con stupore perchè ci sembra impossibile che si accontentino di ciò che hanno. Un tempo, anche noi eravamo così. Non eravamo veri, non eravamo vivi. Ora sappiamo cosa vuol dire vivere veramente.
(Francesco Alberoni).

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Giudizio personale: 4/5

I fiumi di porpora - Citazioni

" ...vidi la notte riflettersi sul lastricato grigio dei giardini ".

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" Concéntrati. Tùffati nell'incubo [...]. Solo così scopriremo il volto del male ".

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" Il bozzolo familiare gli era apparso molto presto una debolezza o una menzogna. E molto presto aveva intuito che avrebbe dovuto lottare in solitudine... ".

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" Una persona che aveva amato: per qualche ora soltanto, ma con la foga di un torrente. Oltre le parole e gli anni. Oltre il Tempo e lo spazio ".

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" ...era riuscito ad ammazzare il Tempo, le due ore di forzata attesa. Ma per contro quelle due ore avevano ammazzato lui ".

venerdì 25 dicembre 2009

Ritratto in seppia

Autrice: Isabel Allende
Titolo originale: Retrato en sepia

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E' ufficiale: adoro Isabel Allende.
Ritratto in seppia è bellissimo, è un libro che non lasci finché non è finito, e quando è finito, vorresti che continuasse ancora per un pò.

La storia si svolge tra San Francisco, quartiere cinese compreso, e il Cile, senza dimenticare una capatina in Europa; abbraccia più generazioni, così come la Allende ci ha abituato, e scava nell'animo di ogni personaggio, rendendoli vivi e pulsanti. Si sorride, si ride con la nonna Paulina, ci si arrabbia, ci si intenerisce...

Un libro meraviglioso!

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Quarta di copertina: Figlia di tutti e di nessuno, Aurora del Valle cresce prima con i nonni materni, poi sotto la guida dell'anticonformista nonna paterna, Paulina del Valle, che le apre, quasi per caso, il mondo della fotografia. Con la passione della neofita, Aurora fissa al lampo di magnesio gruppi di famiglia, case, paesaggi, personaggi, finchè non si rende conto di poter leggere attraverso questi "ritratti in seppia" non solo la realtà visibile ma anche le verità più riposte, i sentimenti più segreti. L'immersione nel passato segue quasi per istinto, automatica. Tutto viene a galla: nodi del sangue, passioni, avventure, intrecci, storie di famiglia e storie del mondo. Con magnifica sapienza, Isabel Allende ci offre una straordinaria saga famigliare che fonde personaggi già apparsi in La figlia della fortuna e La casa degli spiriti. Ritratto in seppia si rivela, insomma, come il secondo capitolo di una ideale trilogia, di un unico grande ininterrotto narrare che copre più di un secolo di storia.

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Giudizio personale: 5/5

sabato 14 novembre 2009

Jolanda, la figlia del Corsaro Nero

Autore: Emilio Salgari

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Sono cresciuta sentendo mia madre dire quanto erano belli gli sceneggiati che la Rai trasmetteva una trentina di anni fa, ed in particolare di quanto amasse "Jolanda, la figlia del Corsaro Nero". Così, anche se non troppo convinta, quando ho visto questo libro su una bancarella, ho deciso di portarlo a casa con me.

E' quel genere di storie che trasudano avventura dalla prima all'ultima pagina, lo definirei -e mi perdoni chi ne sa più di me- un romanzo "onomatopieco", perché sembra davvero di sentire i galli che combattono, il mare in tempesta, i cannoni, le battaglie ferventi...
nonostante ciò, non è un libro che mi ha appassionato, anzi, ho trovato l'inizio un po' noioso, mentre dall'episodio di Jolanda e Morgan sull'isola, la storia è diventata più interessante.
Altrettanto interessante il personaggio di Jolanda, donna -o meglio, ragazzina- sì da salvare, ma combattiva, fiera, coraggiosa, battagliera, e, forse, anche un po' inconsapevole del pericolo.

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Quarta di copertina: Scomparso misteriosamente con la sua Honorata Wan Guld nell'ultimo capitolo della Regina dei Caraibi , il Corsaro Nero non tornerà più in scena: è morto là nel suo Piemonte, combattendo per i Savoia, lo apprendiamo dalle prime pagine di questo romanzo che chiude il Ciclo e lo chiude in bellezza.
Ma Salgari ama troppo i suoi corsari per abbandonarli senza rimpianto: e poichè i morti non si possono resuscitare, ecco che quel cupo romantico personaggio viene sostituito qui dalla sua bella figlia, la bruna la forte la coraggiosa Jolanda, che prosegue impavida la lotta contro i nemici di sempre, gli Spagnoli. Le sono compagni due nostre vecchie conoscenze, Carmaux il biscaglino e Wan Stiller il fiammingo, fedeli fino all'ultimo alla Filibusteria e alla bottiglia di acquavite.

Con Jolanda, nasce la donna moderna, una eroina del femminismo inconscia del suo ruolo, che perciò sostiene con tutta naturalezza.
Per l'amore e per la guerra, balza poi in primo piano Morgan il Pirata, eroe, insieme a Jolanda, di uno dei più impetuosi e meglio intrecciati romanzi di Emilio Salgari.

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Giudizio personale: 3/5

Real kiss

Titolo: Real kiss
Storia e disegni: Kaho Miyasaka
Volume: unico

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Real kiss è un manga carino, coinvolgente soprattutto all'inizio.
Riconoscibilissimo lo stile di Kaho Miyasaka, con i suoi disegni che sono, a mio parere, tra i più belli dell'universo manga.

La storia vede protagonisti Haruna e Fujikawa, due liceali che si innamorano l'una dell'altro. Lui è il classico bello e impossibile, il più popolare della classe, con una reputazione da donnaiolo, ed è molto simile al Kaji protagonista de La scoperta dell'amore della stessa Miyasaka.
Lei, Haruna, è una ragazzina estroversa, combattiva, a tratti buffa, molto simpatica, diversa dalla timida ed inibita -ma anche tanto dolce- Kotori, partner di Kaji.

Probabilmente la differenza con La scoperta dell'amore sta proprio nel fatto che Real kiss è leggermente -ma solo leggermente, non aspettatevi chissà che- più malizioso, a livello di storia e disegni.
Il finale di primo acchito può sembrare tronco, poco soddisfacente, ma ad una rilettura non risulta sgradevole.

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Quarta di copertina: Impossibile opporsi a un colpo di fulmine. Quando ci si innamora, i sentimenti sono inarrestabili. E Haruna, la nostra protagonista, sta per perdere la testa per un ragazzo che le darà del filo da torcere. Lui è bello, attraente, irresistibile ed è l'ultima persona di cui lei vorrebbe innamorarsi... ma al cuore non si comanda!

Contents:
Real Kiss
Real Love
Real Kiss - heavenly eyes
Real Kiss - side Fujikawa

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Giudizio personale: 4/5


venerdì 6 novembre 2009

Confessione di un assassino

Autore: Joseph Roth
Titolo originale: Beichte eines Morders

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Quando lessi questo libro per la prima volta, molti anni fa, non mi sembrò gran che, anzi, all'inizio lo trovai anche noioso e difficile.
Ma forse ero troppo piccola per comprenderlo.
Perchè questa volta mi è sembrato molto coinvolgente, interessante, e scritto benissimo.

Si tratta della storia di un uomo, Golubcik, narrata nello spazio di una notte in un ristorante, ad "amici" conosciuti da tempo, ma solo di vista.
E' la discesa agli inferi di una persona "per bene", mal consigliata dai propri sentimenti, dalla mancanza di un punto di riferimento, dal desiderio di giustizia a tutti i costi, e, soprattutto, da un "inviato del demonio". Questi, tale Lakatos, può essere interpretato in modi vari: come un semplice uomo con un'anima demoniaca; come un messo del diavolo, o come il demonio stesso. La sua onnipresenza in tutto il libro ne fa qualcosa di temibile, misterioso, angoscioso, presago di sventure.

Interessante, oltre a ciò, la crisi di identità di Golubcik, prima figlio di un tagliaboschi, poi bastardo di un principe, poi spia, canaglia, ma ancora "brav'uomo", poi principe fasullo con un nome - quello che gli spetterebbe per diritto di nascita - ma rubato, infine nessuno, in una confusione di ruoli e doveri e diritti il cui acme porta alla svolta nella vita dell'uomo.

Ma è poi possibile una vera svolta, quando, in ogni momento cruciale dell'esistenza, il messo del demonio è pronto a "consigliarti"?.

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Quarta di copertina: Una vicenda nera e tormentosa, ossessiva, trascinante. Il "romanzo russo" di Joseph Roth.

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Giudizio personale: 4/5

venerdì 30 ottobre 2009

Fiabe francesi

Autori: vari

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Avevo preso questo libro per regalarlo ai miei nipotini, ma come al solito l'ho letto prima io per essere sicura che fosse adatto.
Ebbene, non lo darò ai piccoli.
Perchè si tratta di fiabe non edulcorate, con elementi che potrebbero turbare un bambino: fanciulle fatte a pezzi ne "Il nano giallo"; donne trasformate in statue senza la possibilità di agire, ma lasciate del tutto capaci di intendere, ne "La Bella e la Bestia"; una povera bimba piccolina e bruttina, accettata da un bel bimbo solo perchè una fata aveva fatto in modo che lui la vedesse bella, in "Egle o Sgorbietto".

Pur non essendo adatto, a mio parere, ad un pubblico di mini-lettori, il volume di Fiabe francesi può risultare interessante per un pubblico adulto, per il confronto, ad esempio, de "La Bella e la Bestia" con la favola di Eros e Psiche.
Molto ben fatta la Nota critica finale, che mi è piaciuta più di tutto il restante volumetto.
Tutto sommato, un discreto passatempo.

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Giudizio personale: 2/5

domenica 11 ottobre 2009

Cirano di Bergerac

Autore: Edmond Rostand
Titolo originale: Cyrano de Bergerac

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Ho terminato questo libro proprio ieri sera.
Non pensavo che potesse essere così emozionante.
E triste, molto triste.

La versione che ho letto è la traduzione di Franco Cuomo, in prosa, mentre l'originale di Rostand era in versi, alquanto inadatti, pare, ai lettori contemporanei.
Il risultato è una commedia davvero bella, con un Cirano profondamente umano, idealista, fragile, battagliero, solo, ferito. Disperato.
Un personaggio con tratti in cui non è impossibile immedesimarsi.

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Quarta di copertina: Il Cirano, "commedia eroica" sull'impossibile amore del cadetto dal naso spropositato per la cugina Rossana, divenne popolare in Italia nella traduzione in versi di Mario Giobbe del 1898.
Questa di Franco Cuomo è la prima traduzione da allora. La trasposizione in prosa dei versi alessandrini originali fu tra gli elementi determinanti - com'ebbe a riconoscere la stessa critica francese - al fine di una nuova lettura del personaggio, che andasse oltre gli orpelli romantici per risalire alle radici della sua disperazione, del suo malessere, della sua smania suicida di duellare.

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Giudizio personale: 4/5

sabato 10 ottobre 2009

Tokaido - Citazioni

" Nelle gemme che lottano contro il vento si cela tutta la primavera ".

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" Fà del vuoto la tua strada ".

L'anello

Autrice: Danielle Steel
Titolo originale: The ring

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[attenzione: qualche piccolo SPOILER]

Tempo fa tentai di leggere uno dei libri di Danielle Steel, Giramondo, ma mi fu impossibile: lo trovai lento, noioso, prevedibile, soporifero.
Messo da parte prima di essere arrivata a metà della storia.

Eppure dò sempre una seconda - e una terza, e una quarta... - chance ad un libro che ho cominciato.
Mai mi sarei sognata di leggere di nuovo la Steel.

Eppure, qualche settimana fa, mi è capitato di notare questo, L'anello, il libro da cui è stato tratto un film in due puntate che ho visto illo tempore un pomeriggio d'estate.
E mi sono ricreduta sulla Steel, perchè L'anello è un libro bellissimo.
Leggermente diverso dal film. Migliore.

La storia è ambientata durante la seconda guerra mondiale, e tratta di una famiglia tedesca non ebrea, che però è avversa al Reich, e ci mostra quanto potessero essere terribili i nazisti anche con i loro stessi connazionali "ariani".
Certo, l'amore non manca, ma non c'è nulla di sdolcinato, e mi piace molto il fatto che l'uomo di cui si innamora Ariana sia un ufficiale nazista, in quanto ciò mostra che non è possibile fare di tutta l'erba un fascio, e che non tutti i militari tedeschi - ne sono sicura - condividessero la stessa anima malata.
La mia scena preferita è quella in cui Paul, il secondo marito di Ariana, le chiede di chi sia il bambino che aspetta:

" Di chi è questo bambino?"
[...]
"Di mio marito" gli rispose. [...]
" Io sono tuo marito, Ariana".
" E' di Manfred".

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Seconda di copertina: Nella Berlino degli anni Trenta, la nobile e bella Kassandra von Gotthard, moglie di un facoltoso banchiere, diviene l'amante di un giovane ma già affermato scrittore ebreo che cade vittima, tra i primi, della campagna antisemita.
Kassandra, distrutta dal dolore, si suicida per non trascinare il marito e i due figli, Gerhard e Ariana, nello scandalo e nel disonore. Una follia collettiva si è ormai impadronita della Germania ma i due ragazzi, protetti dal padre, ne vengono solo sfiorati finchè decidono di espatriare.
Inizia allora l'odissea di Ariana che, dopo la misteriosa scomparsa del padre e del fratello, rimane in balia di una violenza cieca e di una sorte umiliante. Eppure, anche con tanta bruttura, Ariana riesce a trovare un amore sincero e intenso che per lei rappresenta la salvezza. Ma è un breve momento di pace, e subito i drammatici eventi che il mondo sta vivendo la costringono a una lunga fuga in cui porta con sè, come solo tesoro, un anello appartenuto alla madre. Quel gioiello rappresenta l'unico sottile legame con il passato, un'eredità di affetti perduti a cui Ariana si aggrappa disperatamente.
E in America, dove infine approda per ricostruirsi una vita e dove l'attendono ancora mille peripezie ma anche esperienze appassionanti e travolgenti, sarà proprio il suo prezioso anello, divenuto un simbolo e un talismano, a ricongiungerla con ciò che ha di più caro.

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Giudizio personale: 5/5

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Il retro della copertina dell'edizione CDE

venerdì 9 ottobre 2009

Io uccido - Citazioni

" C'era un anticipo d'estate, nell'aria, con quel particolare aroma che solo le città di mare hanno. Odore di salmastro, pini, rosmarino e nulla di fatto. Promesse e scommesse. Non mantenute le prime, perse le seconde ".

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" Aveva [...] provato la netta sensazione [...] che nello sguardo che si stavano scambiando ci fosse già un discorso più avanti di quello che potevano condurre con delle semplici parole ".

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" E' la musica senza memoria che la memoria desidera per cessare di esistere ".

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" Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre che ti vegono a cercare. Non le hai scelte e nemmeno le vorresti, ma arrivano e dopo non sei più uguale. A quel punto le soluzioni sono due: o scappi cercando di lasciartele alle spalle o ti fermi e le affronti ".

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" Non c'è nessuno come una donna debole per riconoscerne un'altra ".

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" Quando aveva tirato il grilletto, il suo unico rimpianto era stato quello di poterlo uccidere una volta sola ".

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" Sei un uomo finito ".

" Questo ha già un senso. Tu non sei nemmeno mai cominciato ".

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" ...con l'angoscia di chi sa tutto e capisce che non potrà mai più dire nulla... ".

domenica 4 ottobre 2009

Ciascuno è perfetto

Autore: Raffaele Morelli

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Ho titubato molto prima di acquistare questo libro.
Mi attirava, tuttavia sfogliandolo scorgevo sprazzi che non mi piacevano, o con cui non mi trovavo d'accordo.
Ho deciso di comprarlo proprio per sapere cosa mi sarei persa, se non l'avessi mai letto, e anche perchè non si può giudicare un libro sfogliandolo in libreria.

Ebbbene, credo che il mio parere riguardo a Ciascuno è perfetto non sia mutato: ci sono dei passi molto belli - posterò le numerose citazioni -; la saggezza orientale da cui attinge a piene mani è sempre affascinante, ma ci sono affermazioni, convinzioni, che proprio non mi vanno giù, come ad esempio quella secondo la quale le malattie, non solo mentali o dell'anima, ma anche tutte le altre come cancro e Alzheimer, sono provocate da noi stessi, sono dovute al nostro modo di vivere e pensare.
Ora, è verissimo che c'è uno stretto legame tra umore, stato d'animo e, ad esempio, la progressione di un tumore, tuttavia, da studentessa di medicina, non posso accettare l'affermazione di Morelli, la quale affermazione, tra l'altro, mi sembra anche offensiva verso tutte quelle persone vittime di tali orribili malattie, o verso quelle che amano qualcuno a cui è stata diagnosticata una malattia, e con cui condividono un difficilissimo cammino.

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Quarta di copertina: Stare bene con se stessi, insegna Morelli, è un'arte semplicissima.
Esistono infatti dei principi che, se compresi e applicati, ci fanno sentire quasi magicamente più sereni, più tranquilli, liberi dall'ansia e sollevati dalla depressone. "Non c'è alcun fine da perseguire, nessuna meta da raggiungere e non occorre fare nessun tentativo per migliorarsi. Soprattutto non c'è niente di noi che non vada bene e nessuno sforzo da compiere per rimettere le cose a posto ".
I nostri difetti, le nostre parti oscure, i nostri dolori, non vanno scacciati ma guardati in faccia e accolti dentro di noi. Se ne andranno poi da soli. Bisogna liberare la nostra passione, le nostre pulsioni, erotiche, da tutte le gabbie morali e razionali, senza ideali nè rimorsi, invece di seguire un modello esterno di perfezione e dimenticarci che ciascuno è perfetto, proprio così com'è. Saggezza orientale e conoscenza medico-psichiatrica si fondono in questo libro intenso e affascinante, che dispiega con la chiarezza e la profondità tipica di Morelli la via per superare il disagio e trovare il benessere interiore.

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Giudizio personale: 2/5

sabato 26 settembre 2009

Maria, Jolanda e lo slavo - Citazioni

" Può darsi che in fondo la felicità non sia altro che la consapevolezza della grande fortuna che è vivere ".

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" La fede è follia. Perchè bisogna essere folli per credere veramente in qualcosa ".




Il Codice del Quattro

Autori: Ian Caldwell & Dustin Thomason
Titolo originale: The Rule of Four

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Mi piacciono i libri la cui storia si prefigge di risolvere un mistero, e che rendono partecipe il lettore di tutte le fasi della ricerca.

Il Codice del Quattro è un romanzo piacevole; l'inizio è un pò lento, a dire il vero, e, più che il mistero, è interessante la descrizione della vita nel college dei protagonisti; da un certo punto in poi, invece, riesce a coinvolgere ed intrigare.

Il finale è prevedibile, ma mi piace molto il modo in cui è stato scritto, e soprattutto gli ultimi due periodi (che non trascrivo per non rovinare la sorpresa a chi sta leggendo il libro, e perché risulterebbero insignificanti a chi non l'ha letto).

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Quarta di copertina: "Un intrigante romanzo basato sul più misterioso, affascinante ed enigmatico libro del Rinascimento italiano, l' Hypnerotomachia Poliphili ". Corriere della Sera

"Un libro meraviglioso che custodisce un oscuro segreto rinascimentale... " The New York Times Book Review

"Un romanzo appassionante ed erudito" La Repubblica

" Il Codice del Quattro è un libro che non riesci a toglierti dalla mente" People

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Giudizio personale: 3-4/5

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Qui le citazioni dal romanzo

domenica 20 settembre 2009

Sospetto e sentimento


Autrice: Carrie Bebris
Titolo originale: Suspance and Sensibility or, First Impressions Revisited

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Ecco, ci sono cascata di nuovo!
Dopo la pessima esperienza con Orgoglio e Preveggenza , mi sono lasciata tentare ancora una volta.
E ben mi sta! direi.

Se il primo libro di Carrie Bebris mi era sembrato brutto, Sospetto e Sentimento lo supera di gran lunga: orripilante.
Insomma, Liz Bennet che ENTRA IN UNO SPECCHIO MAGICO che fa il verso al ritratto di Dorian Gray!!!
Un brutto gothic\fantasy che usa gli amati personaggi di Orgoglio e Pregiudizio come specchietto per le allodole.

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Quarta di copertina: " Il secondo mystery di Carrie Bebris supera addirittura il suo felicissimo esordio ". Publishers Weekly.
" Da qualche angolo lassù del paradiso Regency, Jane Austen benedice Carrie Bebris. Non solo perchè delinea perfettamente i personaggi austeniani e le relazioni in cui sono coinvolti, ma tratteggia in maniera magistrale, cogliendone ogni minimo dettaglio, l'atmosfera inglese di fine Settecento ". Romantic Times Book Club.

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Giudizio personale: 1/5

domenica 13 settembre 2009

Jacques Prévert - Citazioni


" ... e io ho preso
la mia testa fra le mani
e ho pianto ".
(Prima colazione)

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" ... noi ci amiamo noi viviamo
[...]
e non sappiamo cosa sia la vita
[...]
e non sappiamo cosa sia l'amore ".
(Canzone)

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" ... e non volermene se ti dò del tu
io dò del tu a tutti quelli che amo
anche se non li ho visti che una sola volta ".
(Barbara)

Inés dell'anima mia

Autrice: Isabel Allende
Titolo originale: Inés del alma mia

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Forse nessuno sa rendere una storia interessante come Isabel Allende.
Ero probabilmente troppo piccola quando lessi Paula, per poter apprezzare pienamente l'autrice, ma in seguito mi sono letteralmente innamorata de La casa degli spiriti, e dopo una breve parentesi non proprio del tutto piacevole con Zorro, ci ho riprovato con Inés.

Cosa dire di questo libro... parla della conquista del Cile.
Detta così può risultare noioso, ma Inés dell'anima mia è uno dei libri più avventurosi che mi siano capitati sotto mano. E' una storia che ci catapulta nel XVI secolo, nel pieno della Conquista, e ci fa vivere accanto ad una donna passionale, caparbia, testarda, quale è Inés.
Che anche in battaglia non dimentica mai cos'è l'amore.

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Quarta di copertina: Inés Suarez nasce all'inizio del Cinquecento in Spagna, figlia di un modesto artigiano di Plasencia, piccolo paese dell'Estremadura. Dotata di un forte temperamento che male si addice alla condizione femminile sottomessa all'autorità del clero e del maschio, Inés sposa, contro la volontà della famiglia, Juan de Màlaga, che presto la abbandona per cercare fortuna nel Nuovo Mondo. La giovane non si dà per vinta e, con i soldi guadagnati ricamando e cucinando, si imbarca ancehe lei per quelle terre lontane. Nonostante le durissime condizioni di viaggio giunge in Perù, dove non trova il marito, morto in battaglia, ma un nuovo amore: Pedro de Valdivia, seducente hidalgo fuggito dalle frustrazioni di un matrimonio deludente e venuto a combattere per la Corona spagnola.
Lui e Inés affrontano i rischi e le incertezze della Conquista, attraversano il deserto di Atacama, combattono indigeni incattiviti e giungono infine nella valle paradisiaca dove fondano la città di Santiago. Inés dell'anima mia è un romanzo epico che narra le avventurose vicende, realmente accadute ma poco note, dell'eroina della Conquista spagnola. Attraverso gli occhi stanchi e saggi di una Inés ormai alla fine della propria esistenza, Isabel Allende ripercorre la vita della giovane e indomabile protagonista, che, sull'onda dei sentimenti, affronta incredibili viaggi, eroiche battaglie, amori travolgenti, lotte per il potere, trasgressioni, onori e disonori con un coraggio e una passione indimenticabili.

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Giudizio personale: 5/5

La lunga vita di Marianna Ucrìa - Citazioni


" Il mondo poteva in fondo apparirle come un bello spettacolo purché non le chiedessero di partecipare ".

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" Rideva volentieri, si entusiasmava anche, ma era come se tutto fosse già accaduto tanto tempo fa e ogni cosa non fosse che la ripetizione prevista di una storia già nota ".

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" Uscire da un libro è come uscire dal meglio di sè ".

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" Lo sguardo alle volte può farsi carne, unire due persone più di un abbraccio ".

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" I sogni sono in qualche modo più corposi della realtà quando diventano una seconda vita a cui ci si abbandona con strategica intelligenza ".

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" ...il piacere consuma, dilata, sgretola... ".

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" La pazzia poi cos'è se non un eccesso di saviezza? Una saviezza priva di quelle contraddizioni che la rendono imperfetta e quindi umana ".

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" ...alle volte è l'amore degli altri che ci innamora, vediamo una persona solo quando essa chiede i nostri occhi".

sabato 12 settembre 2009

Sacrificio

Autrice: Sharon Bolton
Titolo originale: Sacrifice

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Ho amato questo libro fin quasi alla fine, tanto che mi son detta che sarebbe stato l'unico a cui avrei dato un 6/5... poi la spiegazione che l'autrice dà di tutta la faccenda mi ha un po' deluso...
sarà perché non amo particolarmente le storie al limite del reale, o perché forse mi aspettavo qualcosa di più.

Tuttavia Sacrificio è uno dei libri più piacevoli che abbia letto, o meglio, divorato; la storia è intrigante, non ci si affeziona particolarmente ai protagonisti, ma questi non mancano di spessore.
E poi il romanzo tocca temi attualissimi, in primis l'aborto, poi la compravendita di bambini, l'omosessualità, i rapporti tra uomo e donna.
Sullo sfondo meraviglioso delle Shetland.


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Quarta di copertina: Tora Hamilton si è appena trasferita nelle isole Shetland, in una piccola comunità isolata, dominata da consuetudini arcaiche e immutabili. Una mattina, mentre scava una buca in giardino, ritrova il cadavere di una donna, perfettamente conservato dalla torba del terreno: ha un buco al posto del cuore e sulla schiena sono incisi tre strani simboli che Tora ha già visto altrove sull'isola, perfino in casa sua. Dall'autopsia emerge un altro agghiacciante dettaglio: la vittima aveva appena partorito. Chi è la donna assassinata? Quale macabro rituale è stato compiuto sul suo corpo? E soprattutto: dov'è finito il bambino? Tora non può fare a meno di cercare la risposta a questi enigmi, anche a rischio della propria vita, e inizia a indagare con l'aiuto del sergente Dana Tulloch, scoprendo una serie di morti terrificanti legate ad antiche leggende.
Un sorprendente romanzo d'esordio nel quale si legano gli antichi miti nordici e una natura di aspra bellezza, un'isola dominata da un oscuro senso di minaccia e l'orrore nascosto tra le pieghe della normalità. Un thriller destinato a lasciare il segno.

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Giudizio personale: 5/5

giovedì 27 agosto 2009

City - citazioni


" ... lavorava e basta, questo faceva, come se la vita l'avesse offeso... "

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" Capì che il nulla che cercava era il tutto, sorpreso in un istante di momentanea assenza ".

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" Erano un nulla, ma erano ".

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" ... lo sguardo che si era immaginato restava sguardo inutile perché inaccessibile ad altri e riservato a lui, che non aveva saputo renderlo guardabile ".

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" ...è sempre difficile capire cosa veramente ti piace o cosa vuoi che ti piaccia ".

L'uomo che si innamorò di un orso bianco

Autore: Robert U. Akeret
Titolo originale: Tales from a traveling couch

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Ho amato molto questo libro.
Forse perché mi piace sapere cosa succede "quando la storia finisce", o perché mi affascina la psicoanalisi, e le persone, e i loro sogni, le loro paure, i desideri...

L'uomo che si innamorò di un orso bianco è un libro che fa riflettere, soprattutto sul concetto di normalità, e, in un tempo in cui vediamo l'essere umano compiere le azioni più abiette e spregevoli, ce lo fa amare immensamente per la sua fragilità, i sentimenti, la ricerca della serenità, gli errori.

E' il viaggio di un uomo, uno psicanalista, che rintraccia alcuni dei suoi pazienti a distanza di decenni, per sapere cosa ne è stato di loro, se la terapia ha funzionato.
E, credo, soprattutto per sapere se il suo lavoro ha avuto un senso, se il suo esistere è stato determinante per la vita di altri esseri umani.
Probabilmente per quello a cui tendiamo un po' tutti: la speranza di poterci dire, un giorno, "non sono passato invano".

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Quarta di copertina: " Un collega mi ha mandato una vignetta del New Yorker in cui si vede un paziente sul divano che dice al terapeuta: "Bè, faccio questo sogno ricorrente: che un giorno potrò anche vedere qualche risultato". Nel bene e nel male, ho sempre concepito la psicoterapia più come arte che come scienza. Eppure, voglio sempre sapere la stessa cosa che vuole sapere lo scienziato: se la terapia ha realmente aiutato i miei pazienti a condurre vite migliori ".

" La tenerezza struggente dei racconti che ha dedicato ai suoi pazienti e ai maestri Erich Fromm e Rollo May, fa del dottor Akeret un autore irresistibilmente simpatico "- L'UNITA'

" L'uomo che si innamorò di un orso bianco è il viaggio di un terapeuta appassionatamente curioso alla ricerca di alcuni suoi ex pazienti e di una verità scomoda: il senso del mestiere di psicoanalista ". -MarieClaire

" In un libro autobiografico e ricco di suspense, uno psicoterapeuta finalmente ha il coraggio di sollevare alcuni interrogativi sull'efficacia della terapia ". -Donna moderna

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Giudizio personale: 5/5

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Qui le citazioni dal testo 

martedì 25 agosto 2009

Voci - Citazioni


" Il mio pensiero [...] tende misteriosamente a volare fuori della cornice ".

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" La voce, quelle rare volte che l'ho sentita, mi è sembrata velata, come di chi tema di esporsi e infastidire, una voce piegata su se stessa, resa opaca dalla ritrosia, con dei guizzi inaspettati di ardimento e di allegria ".

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" ...la verità io credo proprio che non esista... siamo fatti di tante cose diverse, tante verità sovrapposte... ".

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" Comprendeva in sé l'arroganza del sole e la timidezza della luna... ".

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" ...è la voce di mia madre [...] chissà perché l'ho tanto odiata quella voce [...]. Era la voce del buon senso quotidiano, abitata da oscuri timori che io rifiutavo anche solo di indovinare, una voce non solo educata, ma domata ".

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" ...lei voleva capire prima che giudicare... ".

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" ...le sue disperazioni erano così profonde che nessuno le avrebbe mai potute sondare... ".

domenica 23 agosto 2009

Due città

Autore: John Edgar Wideman
Titolo originale: Two cities

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La scrittura di Wideman è davvero innovativa: un flusso di coscienza che diventa un racconto, che si trasforma in un dialogo, in una lettera, poi in una telefonata...
e così scorre la storia, con una meravigliosa scarsità di punteggiatura e un background che si costruisce attorno al lettore.

Commovente il personaggio del signor Mallory, il vecchietto che andava in giro con la sua macchina fotografica in un sacchetto di plastica, ma non riusciva a compiere il suo progetto, e si vergognava delle sue pur meravigliose foto.

La storia è amara, forse perché verosimile: una donna di un quartiere nero di Philadelphia ha perso il marito e i due figli a causa della criminalità e delle guerre tra bande. Poi, inaspettatamente, si innamora di un uomo con il quale aveva in programma solo una notte di sesso, e la parte di sé che ha paura si chiede se non sia meglio lasciarlo, piuttosto che rischiare di perdere anche lui...

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Quarta di copertina: " Wideman non è soltanto un maestro della narrazione, è uno di quei rari autori capaci di reinventare la scrittura " . THE NEW YORK TIMES
" Grazie alla magistrale narrativa di Wideman il lettore impara ad accettare la disperazione senza rinunciare alla speranza" . WALTER MOSLEY
" La scrittura di Wideman, come quella di Toni Morrison, è così pura e convincente che può rompere le regole della narrazione classica e arrivare a inventarne di nuove ". THE BOSTON SUNDAY GLOBE

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Giudizio personale: 2/5

Misery - Citazioni


" ...gli scrittori ricordano tutto [...]. Specialmente quello che fa male ".

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" Perché si continua a vivere per scoprire cosa succede dopo, non è questo che stai cercando di dire? "

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" Il motivo per cui uno scrittore appone quasi sempre una dedica a un libro [...], è che alla fin fine persino lui è orripilato di fronte al proprio egocentrismo ".

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La copertina dell'immaginario libro scritto dal protagonista di "Misery", Paul Sheldon, e intitolato "Il ritorno di Misery".


sabato 15 agosto 2009

Alla corte dei Borgia

Autrice: Jeanne Kalogridis
Titolo originale: The Borgia bride

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Per anni mi sono tenuta lontana dai romanzi a sfondo storico; non mi piaceva l'idea che qualcuno mettesse in bocca a personaggi realmente esistiti parole che forse non avrebbero mai pronunciato, che li presentasse con sentimenti che avrebbero potuto non provare mai, e azioni che non avrebbero commesso.
Poi ho avuto la felice idea di lasciarmi tentare dai bellissimi Rinascimento privato e Il medico di corte che, direi, mi hanno aperto un mondo.

Alla corte dei Borgia è uno degli ultimi romanzi a sfondo storico che ho letto, e devo dire che ne sono rimasta davvero soddisfatta.
La storia è incentrata su Sancia d'Aragona, figlia del re di Napoli e sposa di Goffredo, figlio -ma probabilmente non biologico - di papa Alessandro Borgia, e fratello dei più famosi Lucrezia e Cesare, il Valentino.

Sancia è un personaggio di cui - lo ammetto - non avevo mai sentito parlare, ma che si è rivelato interessante e che, se fosse vero ciò che la Kalogridis ci narra alla fine del libro - la parte avuta da Sancia nella fine di Alessandro -, avrebbe avuto davvero un bel peso nella storia.
Ella è ritratta come una donna sensibile, leale, passionale, ma all'occorrenza "fredda e dura", come suo nonno e suo padre.

La narrazione scorre fluida, e l'intreccio è coinvolgente; bellissime le accurate descrizioni di abiti, gioielli, palazzi, decorazioni, che ci permettono di catapultarci nel XVI secolo... e poi, come si può non essere fieri di Napoli, quasi onnipresente nella narrazione, a guisa di co-protagonista, e delle meravigliose descrizioni del suo mare, dei suoi profumi, dei suoi palazzi e della sua gente...?!

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Giudizio personale: 5/5

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Quarta di copertina: 1492, Sancia d'Aragona, figlia del re Alfonso II di Napoli, viene data in sposa a Goffredo Borgia, l'ultimogenito del pontefice Alessandro IV, al secolo Rodrigo Borgia, uomo potente e corrotto che sogna di dominare l'Italia. Un matrimonio combinato che ha come scopo proteggere Napoli dalle ambizioni di Luigi di Francia, ottenere l'alleanza con la Spagna e ampliare il potere del Papa. A Roma Sancia si trova circondata dalla grandezza della Città Eterna, ma anche avviluppata in una stretta trama di intrighi. La temibile Lucrezia sarà sua alleata o avversaria? E Cesare Borgia diventerà un amante appassionato o il suo peggior nemico? Un difficile cammino si apre dinanzi a Sancia, che scoprirà doti che non sospettava di avere. E per sopravvivere, dovrà diventare più spietata dei suoi avversari.
Sullo sfondo del Rinascimento italiano, Jeanne Kalogridis intreccia sapientemente subdoli giochi di potere e torbide passioni, in un romanzo che ha tutta la forza e la tensione di un thriller.

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Quando termino un romanzo storico, mi piace cercare in Internet i ritratti e le storie dei personaggi protagonisti del libro, così da "conoscerli meglio", ed appurare quanto la mia fantasia sul loro aspetto si sia allontanata dalla realtà.

Ecco i personaggi de "Alla corte dei Borgia":


Sancia D'Aragona

Goffredo Borgia

Cesare Borgia

Lucrezia Borgia

Alfonso D'Aragona

Rodrigo Borgia

Ferrante D'Aragona

Giovanni Borgia

sabato 1 agosto 2009

Oceano mare - Citazioni

" Non lo spegni, il mare, quando brucia nella notte ".

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" Uno si costruisce grandi storie, questo è il fatto, e può andare avanti anni a crederci, non importa quanto pazze sono, e inverosimili, se le porta addosso, e basta. Si è anche felici, di cose del genere. Felici. E potrebbe non finire mai. Poi, un giorno, succede che si rompe qualcosa, nel cuore del gran marchingegno fantastico, tac, senza nessuna ragione, si rompe d'improvviso e tu rimani lì, senza capire come mai quella favolosa storia non ce l'hai più addosso, ma davanti, come fosse la follia di un altro, e quell'altro sei tu ".

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" Questa è la riva del mare. [...]. Né terra né mare. E' un luogo che non esiste. [...]. E' un mondo di angeli ".

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" Quello che sei ti scivola addosso, a poco a poco. E te lo lasci dietro, passo dopo passo, su
questa riva che non conosce tempo e vive solo un giorno, sempre quello ".


venerdì 31 luglio 2009

La marchesa di O*** e altri racconti

Autore: Heinrich Von Kleist
Titoli originali dei racconti contenuti: Michael Kohlhaas; Die Marquise Von O***; Das Erdbeben in Chili

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[attenzione: SPOILER]

Di questo libro mi è piaciuta una sola cosa: la copertina.

Il primo racconto, "Michele Kohlhaas", che occupa 132 pagine sul totale di 206 dell'edizione Fabbri, è la storia di un mercante di cavalli che, pur di avere giustizia per i torti subiti da parte di un signorotto, diventa ciò che oggi chiameremmo un "terrorista", e si ritrova imputato dello stesso tribunale che alfine gli rende l'agognata giustizia.
Non ho amato il personaggio di Kohlhaas, ma apprezzo il suo andare avanti "per principio", e il suo non arrendersi di fronte alla potenza dei più ricchi e nobili, anche se non condivido il suo modo di agire, verso persone a lui sconosciute e verso i suoi figli.
Il racconto è costruito bene; a tratti si fa molto interessante, ma non gli mancano momenti noiosi che fanno sperare che termini in fretta.

Ho trovato davvero molto noioso, invece, "La marchesa di O***", storia di una donna che si ritrova incinta e tramite un annuncio su un quotidiano, chiede al padre di suo figlio di farsi vivo affinchè possa sposarlo e dare un nome al bambino.
Ora, è pur vero che il racconto è stato scritto nel 1808, ma non mi va giù il fatto che uno stupro sia perdonato così facilmente, e venga anzi premiato con l'amore della donna oltraggiata.

Il terzo ed ultimo racconto, "Terremoto in Cile", è a mio parere il più bello.
Il terremoto, i suoi effetti su cose e persone, sono descritti magistralmente; più che lettore, sembra di essere spettatore.
Certo, c'è il finale, alquanto triste; la scena della folla inferocita e assassina è terribile, e la fine del povero bambino colpisce al cuore come una pugnalata.

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[attenzione: SPOILER]

Trama: Una giovane vedova virtuosa è trovata svenuta da un ufficiale russo durante l'attacco notturno alla fortezza di cui il padre è comandante. Quando l'ufficiale, cui la marchesa è riconoscente, la chiede in sposa, viene respinto. Poco dopo la marchesa scopre di essere incinta e si ritira in campagna poiché i suoi familiari non credono alla sua innocenza. Mette poi un annuncio su un giornale in cui si dichiara disposta a sposare il padre, da lei non conosciuto, del bambino. Appare l'ufficiale russo e la marchesa lo sposa pur intimandogli di allontanarsi subito dopo le nozze. Ma alla fine, colpita dal suo comportamento generoso e dalla sua sensibilità, si riconcilia con lui.

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Giudizio personale: 1/5


martedì 14 luglio 2009

L'Alchimista - Citazioni

" Ricordati di sapere sempre quello che vuoi ".

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" Non voglio cambiare perchè non so come cambiare. Ormai sono troppo abituato a me stesso ".

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" Le decisioni sono soltanto l'inizio di qualcosa ".

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" Gli occhi mostrano la forza dell'anima ".

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" Soltanto una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire ".

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" E' proprio la possibilità di realizzare un sogno che rende la vita interessante ".

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" E quando tutti i giorni diventano uguali è perchè non ci si accorge più delle cose belle che accadono nella vita ogni qualvolta il sole attraversa il cielo ".

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" Non era più un mondo estraneo: era un mondo nuovo ".

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" Forse Dio ha creato il deserto perchè l'uomo potesse sorridere vedendo le palme ".

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" ...è facile capire come nel mondo esista sempre qualcuno che attende qualcun altro, che ci si trovi in un deserto o in una grande città ".




lunedì 13 luglio 2009

Medicus


Autore: Noah Gordon
Titolo originale: The physician

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Medicus non è soltanto un libro.
E' un viaggio nell'Inghilterra del Medioevo; è un viaggio attraverso l'Europa; è un viaggio tra gli usi e i costumi della Persia.
Ma soprattutto è il viaggio in un sogno.
Quello di un uomo.
Che vuole ad ogni costo diventare medico.
Solo due parole: da leggere.

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Giudizio personale: 5/5

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Quarta di copertina: La storia del leggendario capostipite della famiglia Cole, che si spinge fino alla favolosa Persia per apprendere i segreti dell'arte della medicina e di quel "dono" misterioso che gli è toccato in sorte. Ha inizio così, con Medicus, l'ormai famosa saga dello Sciamano.

Londra, 1021: Rob Cole ha solo nove anni quando si accorge di "sentire " l'istante in cui la vita abbandona il corpo.
E' la scoperta di una vocazione travolgente: diventare medico.
All'Università di Ispanhan diviene allievo prediletto e assistente di Avicenna, il principe dei medici. L'arte di Rob Cole non ha rivali: la sua vita sarà una lotta contro la sofferenza e la morte. Un viaggio decisivo e affascinante attraverso il Medioevo euroasiatico, per scoprire antiche e nuove pratiche mediche e il mondo ancestrale dei valori umani.

venerdì 26 giugno 2009

Che tu sia per me il coltello - Citazioni


" E cosa c'entriamo noi con la realtà? Che spazio sarebbe disposta a lasciarci?".

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" Se è davvero così, se ti senti tra parentesi, permettimi allora di infilarmici dentro, e che tutto il mondo ne rimanga fuori...".

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"...mentre ti guardavo, quando ancora non avevo capito fino a che punto ti stessi guardando ".

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"...non potresti ricordare, perchè non c'è niente da dimeticare".

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"... a proposito del dolore che è impossibile dividere con qualcuno, che è sufficiente per una sola persona ".

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" E con quello sguardo mi chiedi ancora: chi sei? Non so, vorrei essere chiunque il tuo sguardo vede in me ".

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" Sei sola, completamente immersa in te stessa. Cos'hai là dentro? Portami con te, per favore, nascondi anche me laggiù ".

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"... tutto quello che c'è tra noi ha il diritto di esistere ".

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"... ho avuto un padre e una madre ma il bambino che ero non aveva genitori ".

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" Quest'uomo ha appena tagliato il filo del telefono con un coltello. Il fatto è che stavo per chiamarti e dirti di venire ".

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"... è possibile vincere la forza di gravità, ma non la forza di repulsione che l'anima esercita quando vede un'altra anima avvicinarsi ed esporsi ".

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" Vivo soprattutto in quello che non ho... ".

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"... perchè un "brutto momento" può andare avanti per mesi, mentre un momento di grazia dura sempre e solo un momento ".

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"... quando una persona grida il proprio dolore, non crede necessariamente che qualcuno possa alleviarlo ".

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"... considero questa mia volontà di scrivere (e il bisogno, anche, vorrei dire) come un dono straordinario e inatteso che ho fatto a me stessa ".

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" Scusami, ok? Non avevo nessuna intenzione di parlare con te. E scusami, ho pensato, anche per questa bugia che ti sto raccontando ".

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" Ma cosa ti ho dato, poi? Solo parole, e cosa possono le parole ".



Il dio delle piccole cose


Autrice: Arundhati Roy
Titolo originale: The God of small things

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Il dio delle piccole cose ha indubbiamente un linguaggio innovativo ed accattivante, ed è ottimamente costruito, tuttavia a me non è piaciuto granché.

Le ripetizioni mi hanno dato fastidio, così come quel presagire di continuo un'imminente disgrazia... quest'ultimo punto, soprattutto, non mi ha permesso di godermi a dovere un libro interessante, che permette di conoscere la quotidianità di un paese così lontano, in cui ogni personaggio è vivo e palpitante, capace di emozionare, far arrabbiare e intenerire.

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Giudizio personale: 2/5

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Quarta di copertina: India, fine anni Sessanta: le vicende di una famiglia si intrecciano con una storia d'amore che entra in conflitto con le convenzioni. In un Paese dove esistono ancora gli intoccabili e le leggi non scritte continuano a governare il destino di una donna, una vicenda d'amore socialmente inaccettabile diventa luogo di una tragedia, punto d'incrocio di molte e contrastanti aspirazioni, specchio di una verità che riguarda tutti.

"Questo libro non assomiglia a nessun altro, a cominciare dalla lingua... è magistralmente costruito: un'architettura di piccoli eventi, cose ordinarie, frammentate e poi rimesse insieme, impregnate di significati nuovi..." L'ESPRESSO

"Un grande affresco dai colori preziosi, antichi, appassionati e dolenti" IL MANIFESTO

sabato 30 maggio 2009

Seta - Citazioni

"Pioveva la sua vita, davanti ai suoi occhi, spettacolo quieto".

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"Nel buio, era un nulla amarla e non amare lei".

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"E' uno strano dolore. [...] Morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai".

domenica 24 maggio 2009

La tredicesima storia

Autrice: Diane Setterfield
Titolo originale: The thirteenth tale

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La tredicesima storia è forse il primo libro che io abbia comprato anche a causa della sua copertina.
E' stato come un richiamo, a cui ho cercato di restare indifferente per un pò, ma che poi mi ha visto capitolare.
Per fortuna.

Perchè La tredicesima storia è uno di quei romanzi a cui non fai in tempo a mettere il segnalibro, che leggi in metro, alla fermata dell'autobus, in ogni minuto libero della giornata.
Sarà ché è ambientato nelle campagne dello Yorkshire, o perché la protagonista adora i libri -bellissimi, a questo proposito, i primi capitoli -, o perché mi piacciono le storie che includono varie generazioni, ma La tredicesima storia mi ha proprio conquistata.
Da leggere.

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Quarta di copertina: Margaret Lea è una giovane libraia antiquaria che negli anni trascorsi con il padre tra pagine immortali e volumi sepolti dall'oblio, ha coltivato una quieta passione per le biografie letterarie in cui di tanto in tanto si cimenta. La sua prevedibile esistenza viene sconvolta il giorno in cui Vida Winter, sfuggente e carismatica scrittrice alla fine dei suoi giorni, la incarica di scrivere la sua biografia ufficiale. Margaret parte alla volta dell'isolata magione dell'anziana autrice, nelle campagne dello Yorkshire, e rimane immediatamente stregata dalle vicende della singolare famiglia Angelfield e dalla sorte di un misterioso racconto che Vida Winter non ha mai voluto pubblicare...
La tredicesima storia dipana così davanti agli occhi del lettore non solo il tempestoso trascorrere di esistenze avvolte dal segreto, ma anche la complessa, intensissima amicizia tra due donne di differenti generazioni che, dietro la magica finzione del narrare, troveranno l'una nell'altra verità su se stesse a cui mai sarebbero potute arrivare da sole.

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Giudizio personale: 5/5

sabato 25 aprile 2009

Epipsychidion - Citazioni

" Ella, o Straniero, mi incontrò sull'aspra via
della vita e mi attirò verso una dolce Morte..."

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"Se dividi il piacere o l'amore o il pensiero
ogni singola parte eccede l'intero..."

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" la sua voce mi giunse nei deserti
dai boschi bisbiglianti, e su dalle fontane
[...] e dalla pioggia
[...] e da ogni suono, ogni silenzio..."

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"...quell'orribile
Tempesta che soffoca il passato
coi frantumi del presente..."

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" Ma nulla, nè prece nè verso, potè dissipare la notte
che si chiuse su di lei..."

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"All'intenso, al profondo, all'immortale,
a ciò ch'è me, non mio, da questo istante
sarai congiunta..."

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"C'è un sentiero, sul suolo turchino del mare"

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"...il lido ciottoloso trema
e brilla come in estasi ai baci del mare
vivi e lievi - entrambi, mare e lido, possedendo
e posseduti [...]
[...] e l'uno dall'altro,
fino a che amare e vivere siano una cosa sola".

Figlia del silenzio

Autrice: Kim Edwards
Titolo originale: The memory keeper's daughter

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Chi non si è mai chiesto: "Come sarebbero andate le cose se avessi agito diversamente?", o "Cosa sarebbe successo se non avessi fatto proprio quella scelta?"...
ebbene, è proprio questo il tema principale di Figlia del silenzio, il ritratto di una bugia, di una scelta, o forse, della scelta di una bugia, che condiziona la vita non solo di chi quella scelta ha compiuto, ma di tutte le persone che gravitano attorno al suo mondo.
E' un libro che ci spinge a riflettere su quanti bivi ci siano nella nostra vita, e sull'impossibilità di tornare indietro, una volta imboccato un sentiero.

Capace di emozionare, Figlia del silenzio ci introduce nel mondo dei ragazzi affetti dalla sindrome di Down, senza moralismi, senza alcuna traccia di paternalismo, ma parlandoci delle sue difficoltà, delle sue gioie semplici e della sua dolcezza.
Un libro che si lascia leggere volentieri, che ci insegna a non giudicare, che ci fa riflettere sul fatto che a volte anche le azioni che ci sembrano peggiori, possono essere dettate dalla disperazione, dalla solitudine, dal dolore, e anche, sì, dall'amore.

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Giudizio personale: 4\5

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Quarta di copertina: Lexington, 1964. Sulla città infuria una tempesta di neve. È notte quando Norah Henry avverte le prime doglie: è impossibile raggiungere l'ospedale e suo marito David decide di far nascere il bambino con l'aiuto di Caroline, la sua infermiera. Norah partorisce due gemelli: il maschio, nato per primo, è perfettamente sano, ma i tratti del viso della bambina rivelano immediatamente la sindrome di Down. Travolto dalla disperazione, David affida la piccola a Caroline, ordinandole di rinchiuderla in un istituto. A Norah, sedata dall'anestesia durante il parto, dice che la bambina è morta. Ma Caroline non può abbandonare la piccola Phoebe. Con un coraggio che non credeva di avere, fugge in un'altra città, determinata a prendersi cura della bambina e a conservare un segreto che solo lei e David conoscono. Un segreto che nel tempo si farà sempre più insopportabile e, come una piovra, allungherà i suoi tentacoli sulla vita di David e della sua famiglia: lui, ossessionato dal senso di colpa, ma incapace di affrontare la realtà, Norah, inconsolabile per la figlia che crede morta, e Paul, il fratellino di Phoebe, che cresce in una casa piena di dolore. Intanto Caroline vivrà con gioia l'inaspettata maternità ma dovrà affrontare anche molte difficoltà: Phoebe è vivace e sensibile ma i suoi problemi e i pregiudizi che la circondano costringeranno Caroline a combattere una dura battaglia contro il mondo. Fino al giorno in cui i destini delle due famiglie torneranno a incrociarsi.

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Da Figlia del silenzio è stato tratto un film campione d'ascolti negli Stati Uniti; ecco qui di seguito il trailer:



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Aggiornamento - 2017

Sono passati anni prima che riuscissi finalmente a guardare il film tratto da Figlia del silenzio... che purtroppo si è rivelato una mediocre trasposizione per la tv.


La storia è davvero molto aderente al romanzo, anche se non ricordavo che Caroline provasse dei sentimenti nei confronti del dottor Henry -elemento, secondo me, non necessario, e la cui assenza avrebbe reso ancor più significativo il gesto della donna -.

Per quanto riguarda gli interpreti, non vi sono nomi famosi, anche se Dermot Mulroney è volto noto del piccolo schermo.

Curioso come il film si divida esattamente a metà se consideriamo le interpretazioni degli attori: bravissime Emily Watson e Krystal Hope Nausbaum, nei ruoli, rispettivamente di Caroline e Phoebe, che illuminano la scena; molto meno bravi Gretchen Mol (Norah), e lo stesso Mulroney (David), le cui parrucche utilizzate allo scopo di invecchiarlo sono veramente imbarazzanti.

Pessima la colonna sonora, eccezion fatta per il tema di Paul.

domenica 12 aprile 2009

Memorie di una Geisha - Citazioni


"... i sogni possono essere tanto pericolosi: covano sotto la cenere come un fuoco e a volte ci consumano completamente."

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" Il rimpianto è un tipo di dolore molto particolare; di fronte ad esso siamo impotenti. E' come una finestra che si apra di sua iniziativa: la stanza diventa gelida e noi non possiamo fare altro che rabbrividire. Ma ogni volta si apre sempre un po' meno finché non arriva il giorno in cui ci chiediamo che fine abbia fatto."

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"... spogliata di tutto ciò che lui mi aveva preso, eppure ricolma di tutto ciò che mi aveva dato."